Altro Che SportIl Giro d’Italia e il mezzo miliardo di euro che fa… girare

  Il 95° Giro d’Italia che è partito sabato 4 maggio dalla Danimarca è un affare da 500 milioni di euro. E anche di altre cifre gigantesche, come 300, cioè i milioni di telespettatori che raccoglie...

Il 95° Giro d’Italia che è partito sabato 4 maggio dalla Danimarca è un affare da 500 milioni di euro. E anche di altre cifre gigantesche, come 300, cioè i milioni di telespettatori che raccoglie ogni giorno in 167 Paesi, o come 110, cioè i milioni di euro di ritorno economico che hanno avuto nel 2011 le località che hanno investito per essere sedi di partenza o di arrivo di qualche tappa. Al confronto, il numero delle persone che si stima scenderanno in strada per vedere ai passaggio della corsa impallidisce: soltanto 10 milioni.

Queste cifre le ha pubblicate Isidoro Trovato sul Corriere Economia del 7 maggio, con alcune dichiarazioni di Lorenzo Giorgetti, il direttore commerciale di Rcs Sport che organizza la corsa.
Per quanto riguarda i dati sull’audience televisiva mondiale, il riferimento è l’edizione 2011 del Giro, in cui si stabilì il record di 2˙085 operatori dell’informazione accreditati al seguito, sommando giornalisti, fotografi e cameraman. Il che è impressionante, considerato il periodo travagliato che sta vivendo lo sport del ciclismo a causa del doping – compreso il caso in cui è stato coinvolto Alberto Contador, che partecipò al Giro 2001 e lo vinse ma mentre era in corso un procedimento disciplinare a suo carico causato da alcune analisi effettuate nel corso del Tour de France 2010 e che erano risultate positive (ne ho parlato in ComeSeFosseSport il 30 maggio 2011). Come conseguenza, Contador al Giro 2012 non c’è per squalifica, e la maglia rosa di campione uscente è stata assegnata a Michele Scarponi, che l’anno scorso fu 2° sulla strada, soltanto pochi giorni prima della partenza.

Un altra cosa impressionante, sempre riportata dal Corriere Economia, l’ha detta Ennio Doris, presidente di Banca Mediolanum che del Giro è sponsor da un decennio e che ha aumentato il proprio impegno finanziario sulla corsa per altri 4 anni: «Il ciclismo rimane uno sport nobile, fatto di epica, di fatica, e senza interessi miliardari intorno».
Ciò impressiona perché, nonostante gli interessi miliardari ci siano (ok, il miliardo per il momento è solo mezzo – però a quanto pare le cifre sono in continua crescita) Doris fa riferimento a valori che fanno parte di una tradizione ormai lunghissima, più di un secolo visto che la 1ª edizione del Giro si disputò nel 1909. E che a quanto sembra nessuno scandalo riesce a scalfire.
C’è un pubblico che, quando guarda lo sport, vuol sentirsi migliore – e condividere il peso piacevole di una tradizione epica.

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