La spending review offre grandi orizzonti irraggiungibili. Secondo i dati elaborati dai Commercialisti italiani, il 79,42% dello sforzo di risanamento grava sui cittadini, il 19,88% su Regioni e enti locali e solo lo 0,7% sull’apparato centrale dello stato.
Di seguito l’articolo pubblicato su Eutekne.info con i calcoli nel dettaglio del Documento Economico Finanziario del 2012 (DEF) dei numeri delle manovre varate nel 2011. Si evidenzia la seguente suddivisione dei tagli di spesa tra amministrazioni centrali, amministrazioni periferiche (regioni ed enti locali) e gestioni previdenziali:
• anno 2012: 1,7 miliardi per le amministrazioni centrali; 4,4 miliardi per le amministrazioni periferiche; 2,5 miliardi per le gestioni previdenziali;
• anno 2013: 4,8 miliardi per le amministrazioni centrali; 10,5 miliardi per le amministrazioni periferiche; 8,2 miliardi per le gestioni previdenziali;
• anno 2014: 4,2 miliardi per le amministrazioni centrali; 13,1 miliardi per le amministrazioni periferiche; 10,4 miliardi per le gestioni previdenziali.
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In realtà, se si raffrontano i conti economici disaggregati risultanti dal DEF 2012 con quelli del DEF 2011 e, soprattutto, li si considera al netto dei trasferimenti interni tra pubbliche amministrazioni (in quanto mere partite di giro), il quadro che emerge è abbastanza diverso.
Le amministrazioni centrali risultano addirittura guadagnarci nel 2012 (+ 2,1 miliardi, anziché – 1,7) e nel 2013 (+ 0,8 miliardi, anziché – 4,8), mentre nel 2014, con la manovra a regime, ci rimettono appena 0,5 miliardi (anziché 4,2).
Le amministrazioni periferiche vedono ridurre il proprio budget previsionale di spesa di 3,6 miliardi sul 2012, 11,4 miliardi sul 2013 e 16,3 miliardi a partire dal 2014.
Le gestioni previdenziali vedono ridurre il proprio budget previsionale di spesa di 2,7 miliardi sul 2012, 8,9 miliardi sul 2013 e 11,3 miliardi a partire dal 2014.
Considerato che, le minori spese delle gestioni previdenziali sono sostanzialmente coincidenti con i risparmi derivanti dagli interventi sui trattamenti pensionistici, si può ben dire che, ad oggi, lo sforzo di riequilibrio dei conti pubblici grava per il 79,42% sui cittadini contribuenti (aumento della pressione fiscale) e pensionati (riduzione delle prestazioni erogate), per il 19,88% sulle regioni e gli enti locali, per lo 0,7% sull’apparato centrale dello Stato.
Signor Rossi