Veleni d’ItaliaL’abbattimento di Punta Perotti? Lo dobbiamo pagare noi

L'immagine del mostro di Bari che crolla sotto una nuvola di polvere tra le urla di gioia degli ambientalisti si ritorce contro tutti noi che adesso dobbiamo pagare ben 49 milioni di euro alle tre ...

L’immagine del mostro di Bari che crolla sotto una nuvola di polvere tra le urla di gioia degli ambientalisti si ritorce contro tutti noi che adesso dobbiamo pagare ben 49 milioni di euro alle tre società – Sud Fondi, Mabar e Iema – proprietà di Punta Perotti.

Dobbiamo insomma pagare loro i danni materiali per la confisca dei terreni di loro proprietà. Anzi, la Corte ci ha pure bacchettato non senza un filo di ironia: «La confisca dei beni è un’anomalia italiana».

Becchiamoci questa: si tratta quasi certamente – sostengono alla Corte – della cifra più alta mai richiesta a uno Stato come risarcimento per una violazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

Sì. Confiscando i terreni ai propretari dell’ecomostro barese, terreni sui quali è stato realizzato un parco, abbiamo leso i diritti delle società. Prima di noi il record precedente lo deteneva la Grecia, che nel 1994 fu condannata a pagare 16 milioni di dollari per la nazionalizzazione di una raffineria.

Il comune di Bari che ha confiscato i terreni ha sbagliato, ma non pagherà. Lo Stato, e quindi noi stessi, sì. Un pasticcio che ci costerà 50 milioni di euro.

Qualche mea culpa dovrebbe essere necessario.

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