■ Chi è Paige St. John?
La quinta intervista per la serie Intervistato Journalism Festival è con Paige St. John, giornalista investigativa americana nota per aver vinto il Premio Pulitzer grazie alla sua serie di articoli sul sistema assicurativo immobiliario dello Stato della Florida, il “Florida’s Insurance Nightmare“.
In primo luogo abbiamo chiesto a Paige come ha iniziato a occuparsi di giornalismo investigativo, ma per lei non c’è alcuna distinzione tra giornalismo investigativo e semplice buon giornalismo. Si tratta, a suo avviso, di porre le domande che le persone non vogliono vengano poste, e scoprire fatti che non si vuole vengano scoperti: qualunque inchiesta di questo tipo è giornalismo investigativo.
Relativamente alla situazione del sistema assicurativo, di cui Paige si è occupata a lungo, Steve Katz di Mother Jones, intervistato in precedenza, ha proposto una domanda: per quale motivo la stampa business americana ha fallito così miseramente nel coprire gli eventi che hanno portato al crollo del mercato immobiliare nel 2008, e quale ruolo l’industria bancaria ha avuto in questo crollo?
Secondo Paige ci sono molti parallelismi tra il mercato immobiliare e la relativa crisi dei mutui subprime, e il sistema assicurativo, in quanto il rischio viene comprato e venduto dalle stesse persone, dagli stessi banchieri e dagli stessi fondi. Sebbene spesso si tenti di nascondere i fatti dietro un’apparente difficoltà della materia, specialmente quando si tratta di economia, oggi i giornalisti hanno gli strumenti necessari per capire davvero fino in fondo che cosa sta realmente succedendo.
Per quanto riguarda l’utilizzo dei social media e come questi hanno cambiato il modo di fare giornalismo, secondo Paige sono strumenti estremamente potenti, anche se a volte sono fuorvianti. Twitter e Facebook sono ottimi per la raccolta di informazioni e per l’analisi delle reti sociali e delle relative influenze, ma bisogna sempre prestare molta attenzione al controllo delle fonti e alla veridicità delle notizie. Un altro strumento con un grande potenziale sono i dati messi a disposizione dei cittadini, che così possono ricavare dati “personalizzati” con cui scrivere storie dal proprio punto di vista.
Abbiamo chiesto a Paige che cosa è per lei il giornalismo, e a suo avviso è parte integrante del tessuto della comunità, e lei stessa ha sempre lavorato per piccole organizzazioni, al servizio dei lettori locali, creando un forte legame con le persone e il luogo in cui vive.
Infine Paige ci ha detto qualcosa rispetto alla sua dieta mediatica: in primo luogo non legge più i giornali di carta, ma solo le versioni online del Los Angeles Times, del Wall Street Journal e del New York Times, che legge quotidianamente, e il Bloomberg News, in quanto si interessa moltissimo di economia e come questa impatta sulla vita delle persone.
Invito tutti a visionare l’intervista, molto ricca di spunti e riflessioni. Buona visione!