Oggi tocca a Martina.
Martina lavora da poco con noi in redazione e devo ammettere che ci ha già conquistate tutte…a me piace tanto.
E’ intelligente, intelligente di quell’intelligenza cristallina e pulita che ultimamente non mi capita mai di incontrare. E’ disponibile ma mai servile, propositiva ma non inisistente, è brava, si impegna e scrive bene. E’ bello lavorare con lei e così ho pensato di proporle di scrivere qualcosa sul diventare mamma, su come vive o immagina questa cosa dall’alto dei suoi 25 anni. Avevo voglia di tornare indietro nel tempo, di rivivere quel meraviglioso periodo della vita in cui tutto è ancora possibile. Abbiamo fatto un esperimento, è venuto fuori questo e io ve lo appiccico così come lo ha scritto lei.
Cosa vuol dire diventare mamma? Che tipo di mamma sarei? Come mi comporterei col mio bambino o la mia bambina?
Ammetto che quando Chiara mi ha chiesto di scrivere un pezzo che parlasse delle mie aspettative in quanto “mamma in potenza” mi sono un po’ spaventata. Non che non ci abbia mai pensato, anzi! Sono convinta che più o meno ogni ragazza, raggiunta una certa età (nel mio caso sono 25), inizia a fantasticare sulla propria vita da futura chioccia. Se ripenso a quello che dicevo qualche tempo fa quando mi parlavano dell’argomento! “Ma figurati se farò mai dei bambini?! Voglio girare il mondo IO. E poi i bambini mi spaventano”.
I bambini mi spaventano ancora in un certo senso. Ma credo sia perché nutro una sorta di timore reverenziale nei loro confronti: i loro occhioni grandi ti giudicano in ogni momento e il loro giudizio sconcerta perché sono lo specchio dell’innocenza. E questo mi terrorizzava. E devo dire che mi terrorizza ancora.
E poi la svolta. Due settimane fa è nata Mia, la figlia della mia collega Anna. Un pomeriggio noi colleghe siamo andate a trovarla e, come era inevitabile che accadesse, mi è stata rivolta la fatidica domanda: “Vuoi prenderla in braccio?”. Panico. “Ma no dai”, faccio io. “Mica ti mangia”. “E se la faccio cadere?”. “Ma smettila e prendila in braccio”. E così mi ritrovo tra le braccia una cosina piccolissima, grande come il mio braccio e qualcosa è cambiato. Guardarla dormire tra le mie braccia mi ha scatenato un’emozione che non avevo mai provato, una sensazione di pace e serenità, un desiderio di proteggere questa creaturina indifesa. Dunque è questo l’istinto materno di cui tanto si parla!
Ma se penso a che tipo di mamma potrei diventare mi si rizzano i capelli sulla nuca! Sono disordinata, impacciata e, se stuzzicata, mi trasformo in una iena. Figurati se riuscirei a prendermi cura di un’infante in maniera adeguata! Lavorare per Easybaby mi ha illuminato su diversi aspetti della gravidanza e della maternità che ancora non conoscevo, mi è capitato di leggere pareri di esperti di psicologia e pedagogia, ma si sa, la teoria non basta. Spero solo che il mio futuro pargolo non mi giudichi troppo duramente!