Dispacci d’OrienteAndreotti in the sky with diamonds

Qualche giorno fa è uscita la notizia che l'attuale primo ministro Yoshihiko Noda ha effettuato un rimpasto di governo con l'obiettivo di migliorare l'appoggio alla proposta di aumento dell'Iva. Il...

Qualche giorno fa è uscita la notizia che l’attuale primo ministro Yoshihiko Noda ha effettuato un rimpasto di governo con l’obiettivo di migliorare l’appoggio alla proposta di aumento dell’Iva. Il suo governo potrebbe essere altrimenti messo a rischio. (Va bene, mi fermo qui senza entrare nel merito di questioni poco affascinanti). Il fatto mi ha semplicemente ricordato la costante precarietà dei governi giapponesi che hanno un altissimo tasso di ricambio e una durata media di un anno ciascuno. Uno scenario quasi da Prima Repubblica per noi. Quando compaiono sulla NHK le immagini dei politici giapponesi resto sempre un po’ turbata dal grigiore e dall’alone di noia che emana dai personaggi e capisco perché in passato mi è stato più volte detto che la politica italiana era assai più divertente – va da sé, soprattutto con Berlusconi quando era tutto un cabaret.
Mi spiace non esser riuscita in questi anni a ottenere un’intervista con il nostro ex presidente del consiglio, ci ho provato più e più volte ma sempre senza successo, mi sarebbe piaciuto capire l’effetto reale dell’uomo – anche se temo avrei avuto serie difficoltà a nascondere il mio orrore se fossero uscite le classiche barzellette o le solite spiritosaggini da nonno ormai fuori di testa. Forse sarebbe stato interessante intervistarlo negli anni Novanta, chissà. Comunque non mi posso lamentare: nei miei annali posso inserire se non altro la mia foto accanto ad Andreotti (prima che la sindrome dello stand-by si accanisse su di lui). In realtà la foto spaventa chi si arrischia a curiosare nello sgabuzzino di casa mia: è appesa lì, in maniera non celatamente irriverente.
Di quell’incontro ricordo due cose in particolare.
La prima è stato l’imbarazzo totale quando il corrispondente mi ha chiesto di rivolgere la domanda sbagliata all’uomo sbagliato.
La premessa è che il capo dell’epoca conosceva il nome Andreotti ma non si ricordava esattamente chi fosse. Lo intervistavamo per un commento sulla crisi di governo che aveva investito il governo Prodi a inizio 2008.
La domanda che il corrispondente pose, in inglese, e che io dovevo tradurre era: “In quanto ex Presidente della Repubblica, lei come valuta l’operato di Napolitano in questo frangente?”.
Non potei fare altro che sperare che gli enormi padiglioni auricolari del vecchio politico fossero ormai fuori uso come satelliti arrugginiti e tradussi così, con una certa libertà: “In un caso ipotetico, nell’eventualità che lei si fosse trovato nella posizione di Presidente della Repubblica, come si sarebbe comportato…?”.
L’altro momento geniale è stato quando ho notato su una scrivania dello studio di Andreotti un volume: più che un libro sembrava l’indizio messo apposta per il lettore in una trama di spionaggio. Il titolo era UFO. Il fattore contatto. Alieni, intelligence ed esopolitica.
Questo spiega davvero tutto.

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