Tempesta di cervelliFerite all’italiana: Diaz e ACAB

Ferite all'italiana. Questa fine settimana mi sono dedicato al cinema. Essendo io un calciofilo convinto, ma essendo anche un amante degli animali, ho deciso di ridurre al massimo le partite di cal...

Ferite all’italiana. Questa fine settimana mi sono dedicato al cinema. Essendo io un calciofilo convinto, ma essendo anche un amante degli animali, ho deciso di ridurre al massimo le partite di calcio degli Europei guardate.

Succede allora che sabato ho sostituito il pallone con il film Diaz, mentre ieri sera mi sono guardato ACAB. Sono ferite quelle che raccontano questi film. Sono ferite all’italiana, quelle che non si rimargineranno mai.

Il G8 di Genova raccontato da Daniele Vicari è doloroso. Ho fatto un salto nel passato, a quando avevo poco meno di diciotto anni e apprendevo alla tv la notizia della morte di Carlo Giuliani. E’ forse cominciato in quei giorni il mio attivismo politico. Un decennio prima avevo conosciuto l’impegno civico e morale grazie a Falcone e Borsellino, ma è solo da quel giorno che sono riuscito a scrollarmi di dosso la pigrizia che mi opprimeva.

La vicenda della Diaz è uno degli orrori più vergognosi del nostro sporco paese, ma forse la cosa più umiliante è la complicità della società civile intera perché nel momento in cui non ti fa schifo quello che vedi e non ti indigni, beh allora sei come chi ha commesso l’atrocità.

E poi ci sono gli altri. I buoni che a volte diventano cattivi. I poliziotti, quelli di ACAB. Quelli che a volte esagerano e che spesso rimangono impuniti anche quando commettono un reato, vedi alla scuola Diaz. Torno a quel giorno del 2007 quando in una stazione di servizio venne ucciso Sandri. Penso al mio ritorno a Torino da Milano. Ricordo Roma messa a ferro e fuoco. Immagino la piazza davanti al Massimino di Catania nel 2006 quando venne ucciso Raciti. Penso alle volte che ho dovuto raccontare degli scontri tra polizia e manifestanti, studenti, valsusini, lavoratori, tifosi. Mi ricatapulto allo stadio Olimpico di Torino dopo uno Juve-Lazio di Coppa Italia con un centinaio di ultras sotto la tribuna stampa ad urlare “Giornalisti Terroristi”, mai quanto quella sera ho ringraziato di vedere dei poliziotti.

Penso alla Diaz, agli scontri in Val Susa, a quelli di Roma: mi indigno. Penso che non tutti i poliziotti siano come quelli di ACAB, ma credo che quelli che sbagliano debbano essere puniti. Penso che forse qualcuno dovrebbe mettere delle regole per sgomberare il campo da giustificazioni e mistificazioni.

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