La Fantascienza è adessoIl sabato sera ai tempi del web 2.0

Il sabato sera ai tempi del web 2.0 non parte più dal giorno stesso ma da molto prima. Prima c'è la partecipazione all'evento fatta giorni addietro. Guardi chi parteciperà, magari viene la tizia c...

Il sabato sera ai tempi del web 2.0 non parte più dal giorno stesso ma da molto prima. Prima c’è la partecipazione all’evento fatta giorni addietro. Guardi chi parteciperà, magari viene la tizia che t’attizza, magari rischi di beccare la ex con cui ti sei lasciato male, magari incroci il tizio che voleva pestarti lo scorso sabato sera. Metti un forse nel dubbio, poi metti sicura partecipazione e attendi la fine del week-end per quella serata. Il sabato mattina un amico tagga te ed altri della cumpa in uno status in cui scrive “Carichi per stasera?”, le risposte sono

“Carico carico!”
“Carichissimo!”
“Mi sto caricando da ieri!”
“Qualcuno ha visto il mio carica batteria?”
Aprite una conversazione per più persone e vi date appuntamento in piazza per l’aperitivo. Arrivati in piazza vi sedete ad un tavolo, ordinate spritz e qualcuno fotografa la piazza dalla prospettiva del tavolo imbandito. Carica la foto su Facebook, tagga tutti i presenti e scrive “Aperitivo in piazza!”, qualcuno commenta con un “come vi trattate raga! ;)”, altri mettono mi piace a caso, tra questi anche gli stessi presenti.
L’aperitivo vi ha aperto lo stomaco, così andate in quella pizzeria o trattoria a buon prezzo. Finito di mangiare incominciate ad essere leggermente brilli, il tavolo è pieno di macchie di birre/vino e bottiglie d’acqua piene. Qualcuno incomincia a sparlare o cantare, qualcuno gli fa un video. Altri aggiornano lo status scrivendo “Ed è solo l’inizio!”, pagate distrattamente e chiedete l’amaro alla cassa, siete carichi. Il poeta del gruppo commenta lo status di quello che ha scritto “Ed è solo l’inizio!” con “La notte è nostra”, il fan dei Soliti Idioti commenta “Dai cazzo!”, gli altri mettono mi piace a caso.

Finalmente partite per il locale, quello dell’evento. Dalle foto che avete visto sulla pagina Facebook pare che di figa c’è ne sia, dal video della serata pare che sia pieno di pazzi e mettono musica ganza. Appena arrivati uno di voi fa il check-in su foursquare per comunicare che siete lì.
Passate al guardaroba molleggiandovi, con lo sguardo cercate il fotografo della serata, siete in tiro per la foto, siete indecisi se fare una duck-face, cacciare la lingua o addentare la cannuccia del vostro cocktail zuccherino, magari potete slinguazzare una tizia a caso per fare i simpaticoni. Passate al bancone per i cocktail e ordinate una vodka-red bull, incrociate uno dei vostri contatti di Facebook, non ricordate minimamente come cazzo si chiama, è quello che ha messo un video di Vince Vega in Pulp Fiction, così gridate
-VINCE VEGA!!
L’altro è ancora più esaltato di voi e neanche azzarda a darvi un soprannome sul momento, grida soltanto
-SEEEEE!!!
Accanto a voi una ragazza smanetta con il suo smartphone aggiornando lo status: “Ma cosa cazzo si urla la gente?”, l’amica al suo fianco con il suo i-phone mette un mi piace, si guardano complici e sorridono. Vi buttate timidamente nella folla con il bicchiere di plastica in mano, arriva il fotografo, fate la faccia di uno che sta facendo un casino della madonna e alzate le braccia al cielo, peccato che così facendo si notano le vostre ascelle commosse, sti cazzi Photoshop aggiusterà tutto. Uno dei vostri amici viene a chiamarvi per una fumata fuori, vi fate la sfumacchiata e da lì incominciate ad avere un buco enorme di memoria. Verso le 3 di notte scrivete uno status senza senso: “La pecora va in onda, surfala!!”. Il dj mette il pezzo che tutti voi adorate, così vi esaltate tutti e completamente sbronzi e sfatti andate davanti alla consolle, gridate, saltate, qualcuno casca, ride, gli altri ridono ancora di più, provate a rialzarvi e cascate di nuovo, gli altri per il troppo ridere si accasciano a terra. Il locale chiude, fuori fa freddo ma voi state da dio con indosso soltanto una maglietta. Camminate barcollando e ridendo fino alla macchina. L’autista scelto vi aiuta a salire e dopo qualche chilometro vi propone una colazione dato che oramai è giorno, i due in dormiveglia rispondono “si cazzo! Coolaziooo…”, il guidatore accosta bruscamente e fa vomitare l’amico ai bordi della strada. Guarda l’alba, respira l’aria del mattino e si accende una sigaretta, fa una foto al panorama con la reflex che conserva sempre in macchina, tornato a casa la posterà sul suo Flickr.

Ripartite alla volta del bar, arrivati sembrano essersi tutti discretamente ripresi. Tant’è che uno dei vostri fa una foto di gruppo con le vostre facce collassate, la posta su Facebook, tagga tutti e scrive “Sempre e soltanto fino all’alba!”. Prendete dei mastodontici cornetti che mangiate in un nanosecondo, il caffè vi risveglia un attimo. Il guidatore vi accompagna a casa, lo salutate con gli occhi sbattutti ed aprite il portone del palazzo. Non avete ancora sonno, così cazzeggiate al pc, dopo poco vi prende sonno e decidete che è ora di mettersi a letto. Prima di farlo scrivete uno status: “Buonanotte”, sono le 10 del mattino, uno commenta “Buonanotte???!!”, un altro “Gran ballotta! Mitico!”, avete ancora le forze per mettere mi piace al secondo commento. Finalmente vi addormentate.
Verso le 4 di pomeriggio vi svegliate, avete ancora un terribile mal di testa. Scattate in bagno temendo un rigetto tardivo, ruttate soltanto e pisciate. Andate in cucina e vi fate un tea o un caffè. Mentre aspettate accendete il vostro laptop e lo posate in mezzo al casino del tavolo della cucina, accedete a Facebook e vi ritrovate con un casino di notifiche. Ci sono tutte le foto del locale in cui siete stati taggati dai vostri amici più “mattinieri”, siete venuti bene solo nella prima, per il resto vi rendete conto che Photoshop non fa miracoli. C’è anche una foto fatta da un vostro amico in cui fumate avidamente un bel trombone, vi staggate subito per evitare che la veda vostro zio, che si è fatto Fb da qualche mese per fare il giovane, ma lui ha già commentato con un “e questo non lo diciamo a mamma e papà ;)”. Un vostro amico vi ha taggato nello status “La pecora è in onda, surfala!”, un altro ha messo il video della canzone in cui alla serata vi siete tutti esaltati. Avete anche la richiesta d’amicizia di una tizia di cui non ricordate assolutamente nulla, vi ha già scritto un messaggio privato “grazie per ieri…”, in quei tre punti di sospensione c’è il vostro enorme buco di memoria. Andate a vedere la sua foto profilo e sembra un bel pezzo di figliola, anche se è una classica foto modificata di un locale, sorridete e vi dite “Sei sempre il migliore Tigre!”. Sentite la porta di casa aprirsi, è il vostro coinquilino che non ha partecipato alla serata, perché mercoledì ha un esame ed è andato a studiare nella sala studio aperta anche di domenica. Cercate una tazza nella montagna di stoviglie sporche e gli offrite un tea, esordite con un “non sai ieri sera che…”, non fate in tempo a finire la frase che lui attraverso Facebook già conosce tutta la serata, sa anche della tipa, della quale avete accettato l’amicizia venti minuti prima. Vi dice

-Vez la tipa è un cesso comunque, dovevi essere ubriaco marcio
-Ma no è figa dalla foto profilo
-Ho viste altre foto, che sono pubbliche, e credimi ti sbagli
Andate a vedere le foto e vi tocca dargli ragione, non è sto granché, ma non vi buttate giù e pensate che magari è una tipa interessante. Così date un’occhiata alla sua bacheca, trovate: una citazione di Fabio Volo, il video di “Ai se eu ti pego” ed anche quello di Kony 2012 con scritto “condividetelo, è importante!”, sparate una bestemmia e uscite da Facebook.
Morale della favola: Facebook ammazza la conversazione e, cosa più assurda, sopra il social parliamo della nostra vita reale, invece nella vita reale parliamo della vita su Facebook: diciamo cose come “ma hai visto il link che ho messo ieri?”, “oh ma hai visto quante gliene ha dette Francesco a Roberto quando ha pubblicato quel video?”, “bella figa la nuova amica di Gabriele”. E facendo tutti questi discorsi tagliamo fuori quei poveri stronzi che ancora non si sono fatti Facebook.

Inoltre immaginatevi come tutti gli stalker godano quando la tizia che seguono dice ogni 3 secondi cosa sta facendo. Diciamo pure che oramai le persone fraintendono anche un punto e virgola seguito da una parentesi chiusa, una volta ci si faceva un film in testa adesso in testa si fanno cinema multisala in franchising. Sarebbe bello se tutti tornassero a fidarsi degli altri.

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