La fiducia nel governo dei tecnici sta venendo meno e i mercati lo hanno capito. Manca l’appoggio della politica e la fiducia dell’opinione pubblica. Di questo passi i rischi economici per il paese restano dietro l’angolo. Di ciò se ne occupa il Washington Post in un articolo dal titolo emblematico:”Faith is wavering in Mario Monti’s ability to fix Italy’s finances”. E in tutto ciò la maggior preoccupazione dei partiti sono le elezioni del 2013 .
Il quotidiano americano scrive che dopo sette mesi dalla nomina di Monti “scelto per sostituire il playboy miliardario Silvio Berlusconi, la fiducia nel governo italiano sta di nuovo precipitando all’interno e all’esterno del paese”. Il Washington Post cita anche un sondaggio di SWG – Agora poll che dava il consenso del premier al 71% a dicembre ed ora precipitato al 31%.
L’articolo del giornale americano dovrebbe suonare come un campanello d’allarme per la politica italiana che specie nelle ultime settimane si sta lasciando andare a molti distinguo sull’operato del governo e il clima “da solidarietà nazionale” è un lontano ricordo. Gli ultimi 6 mesi di legislazione prima delle elezioni 2013 devono/dovrebbero essere scanditi da un’agenda di riforme e nuove leggi. Ma ai partiti tutta questa fretta non piace più. L’attenzione è spostata la competizione elettorale del prossimo anno complice il netto calo di popolarità delle maggiori formazioni politiche che devono inventarsi qualcosa da ora ai prossimi mesi per recuperare sul terreno del consenso. Solo che l’emergenza non è ancora passata. E qualcuno ai partiti, i maggiori responsabili di ciò, dovrebbe ricordarlo.