Stessa storia, stesso posto, stesso bar. Siamo tutti pronti per il fischio d’inizio di italia – Spagna, partita d’esordio della nazionale di Prandelli in questo Euro2012.
Stesso bar in cui vedemmo i mondiali del 2006, quelli che ci consacrarono campioni del mondo e gli stessi amici di sempre, quelli storici.
Non siamo i favoriti, ma proviamo a mantenere lo stesso “schema” che ci portò fortuna sei anni fa, con piccole scaramanzie e riti propiziatori.
Parte l’inno e, sorpresa, lo cantano tutti: Napolitano in tribuna, Prandelli in panchina, i tifosi sugli spalti, la squadra schierata in campo e noi in piedi con la mano sul cuore. Abbraccio di rito fra i due capitani, Casillas e Buffon.
Primi minuti di buon calcio, con numerosi capovolgimenti di fronte e buone parate di Casillas e Buffon. Un ottimo passaggio di tacco di Pirlo, al 5′, ci fa tornare alla mente il Pirlo mondiale: «Sembriamo il Brasile!», dice Mirko un po’ ironico, un po’ speranzoso; magari dicendolo si avvera.
Al 10′ Silva arriva fin quasi all’area di Buffon. Ma tira una “mosciarella” che il nostro Gigi para senza fatica. Ma sale la tensione, in campo, sugli spalti e tra di noi. Anche perchè pochi minuti dopo Pirlo su punizione a limite dell’area calcia un potente tiro che finisce tra le braccia di Casillas.
«E che cavolo!», dice Fabrizio accendendosi una sigaretta con gesto di stizza.
Ma l’Italia c’è. In pochi minuti due ottimi tiri di Cassano e Marchisio ci fanno sperare. «Stiamo costruendo – dice Pietro – siamo in partita!».
E infatti costruiamo: al 34′ Balotelli arriva fin sotto la porta di Casillas, ma un avversario lo fa scivolare. Balotelli, furioso, colpisce ripetutamente il terreno di gioco. Stesso gesto di Mirko, che batte il pugno sul tavolo: «Era rigore! Era rigore!». Ma non lo era: né per l’arbitro né per Stefano che fa spallucce e lo rincuora: «Daje Mirko, porta pazienza che mo’ segnamo!». Finisce il primo tempo: quattro palle goal per l’Italia contro due della Spagna. Ai punti avremmo vinto noi!
Alla ripresa la Spagna parte in maniera molto più aggressiva, Balotelli spreca una grande occasione e Prandelli decide di sostituirlo con Di Natale, che in 5 minuti segna su un illuminante passaggio di Pirlo, con un pallone che si insacca alla sinistra della rete di Casillas. Tutti in piedi urlando di gioia: «Di Natale è il nuovo Schillaci!», dice Mirko. «E certo: si chiama pure lui Totò!», gli fa eco Fabrizio.
Ma la gioia dura poco: Fabregas, dopo soli tre minuti, riporta in parità l’incontro, tra le imprecazioni irripetibili di tutti. Buffon si riscatta del goal subito intercettando dopo pochi minuti un grande tiro di Torres; ma il vero brivido arriva all’84’ quando gli azzurri stavano per regalare il vantaggio alla Spagna: Torres, solo davanti a un Buffon al limite dell’area, manda il pallone sopra la traversa, per un soffio. «Oddio, l’avevo visto dentro! – dice Federica – ma a che stava a pensà Buffon?!». «Ci ha detto proprio bene», conclude Stefano.
Nel finale l’Italia è stanca e negli ultimi minuti soffriamo. Arriva, finalmente, il 93′ e finisce in parità. «Non si può soffrire così», dice Fabrizio. «Va bè, ma abbiamo giocato con la Spagna, sono i campioni d’Europa e del mondo. Io pensavo peggio…», gli risponde Pietro. «Peggio di così? Gli abbiamo regalato un sacco di palloni. E Balotelli è stata una delusione…», incalza Fabrizio. «Però ragazzi – dico io – che Iniesta!»; e in coro gli altri: «E il nostro De Rossi? Vuoi mettere…?».
Va bè, la prima è andata: il pareggio è un ottimo risultato e i nostri ragazzi sono riusciti a guadagnare un punto. Certo, il possesso palla è stato quasi tutto degli spagnoli, ma come dice Zeman: «Il possesso palla, in realtà, è solo un prestito».