L’altro giorno stavo inebetito davanti al pc a scorrere una raccolta di meme, quando arrivo ad uno che attira maggiormente la mia attenzione. Nell’immagine ci sono quattro foto, nelle due superiori ci sono Jd e Turk di Scrubs, nelle due inferiori invece vi sono due ragazzi che gli assomigliano, peccato che soffrano di una rara sindrome: la sindrome di Treacher Collins.
L’ironia sugli handicap è tipicamente americana, i francesi invece sono stati capaci di fare un film su di un tetraplegico (Intouchables, tradotto in Italia in Quasi amici) che fa ridere, anche tanto, commuove e non può essere assolutamente accusato di pietismo nei confronti di questi handicappati, vabè gente di un altro livello i francesi. Non mi ha stupito il fatto che sia stato creato un meme del genere, quanto piuttosto i commenti a tale immagine. Alcuni l’hanno criticato dicendo che era troppo, che va bene tutto ma questo no. Altri gli hanno risposto scrivendo “Ma non lo vedete che i volti dei due tizi sono stati photoshoppati?”.
Ecco, commenti di questo genere sono significativi. Denotano un cambiamento generale della morale ed una forte desensibilizzazione nei confronti di certe problematiche. Prima di tutto mi si spieghi una cosa: anche se i volti dei due tizi fossero stati falsi, “photoshoppati”, questo vuol dire che allora abbiamo il permesso di deriderli quanto vogliamo? Se vedo un film di pura finzione, in cui il protagonista è affetto da una malattia inesistente, non posso lo stesso commuovermi e dire in tutta libertà “porello!”?
Quando un utente ha scritto che si è persa la sensibilità e che è ignobile prendersi gioco di quei due ragazzi, il gestore della pagina ha risposto “La società ha sempre sopraffatto il più debole, get over it (fattene una ragione in italiano)”. Ma cosa cazzo vuol dire? Allora prendiamo pure un paio di down buttiamoli in un’arena e divertiamoci a vedere cosa combinano. Siamo soltanto noi a scegliere quale sia la nostra morale, la nostra sensibilità, non possiamo certo appellarci ad una società che ci sovrasta e ci condiziona. Se si arriva a sostenere una cosa del genere, allora ogni manifestazione o protesta sono inutili tentativi di cambiare il sistema.
Oramai è sempre più la rete, sopratutto Facebook, ad imporci la sua morale, a mettere un limite tra chi è un perbenista e chi semplicemente una persona con del buon senso. Ogni meme non è altro che una traduzione di quelli americani, tramite di essi acquisiamo un’ironia, una comicità, a stelle e strisce. L’imperialismo culturale dello Zio Sam adesso si diffonde attraverso la rete.
Ed in una società così inclusiva come la nostra si deve avere una gran personalità per sfuggirne. Ci sono ragazzine che si fanno foto al cesso con la bocca a papera che prendono per il culo ragazzine che si fanno foto al cesso con la bocca a papera. No, non è stato un errore di battitura, è così. Se si fa ironia su determinate categorie di persone, quest’ultime non si rendono conto di esserne l’oggetto, oppure lo sanno ma per non sfuggire all’ironia di massa si sottomettono ad essa.
Pensate anche ai meme di Willy Wonka: solitamente viene sempre fatta una domanda sarcastica, seguita da una battuta che evidenzia come la persona si cerchi di dare un tono anche se non conosce per nulla l’argomento della domanda. Se posti un meme del genere si presuppone che tu invece conosca realmente quell’argomento, che tu possa permetterti quel sarcasmo da intellettuale. Invece coloro che li condividono in bacheca sono gli stessi ignoranti oggetto del sarcasmo del Willy Wonka.
Il meme con i ragazzi affetti dalla sindrome di Treacher Collins, ed i relativi commenti, sono la dimostrazione di come sia in atto una totale desensibilizzazione dell’individuo. Si può, anzi si deve, scherzare su tutto. Se ti azzardi a dire “questo è troppo, state esagerando” puntualmente arriva qualcuno a risponderti “perbenista”.
Nulla più ci tocca, ogni tanto spero che tutta questa gente mentalmente aperta sia vittima di un incidente in cui rimane paralizzata, sai le risate, “dai andiamo a farci una corsetta!”, “ti pesa il culo a prenderti il bicchiere da solo?”, “sei un tristone, non vieni mai a ballare!”. Troppo spesso la gente crede d’essere di mente aperta bestemmiando ad ogni piè sospinto, deridendo anche i minorati mentali, dicendo ai quattro venti quanto si avrebbe voglia di ciucciare un cazzo grondante sborra.
Ma una persona di larghe vedute è tutt’altra cosa, non dobbiamo mica rinunciare al buon gusto ed alla discrezione. Oramai tutti sanno tutto di tutti, nessuno ha più segreti, non deve averne.
La tragedia della Costa Concordia ha mostrato ulteriormente come stiamo cambiando. I media tradizionali ci hanno bombardato con servizi su servizi, tutti inutili e che nulla aggiungevano. Quando sono uscite le intercettazioni è partito il tormentone “Vada a bordo cazzo!”. Ora vedetevi questo breve video tratto dal film di Boris.
“Tutti i personaggi che prima vedevamo con occhio critico, adesso diventano positivi. Ladri, tangentisti, corrotti sono positivi.” Se prima Schettino era una testa di cazzo incompetente, dopo tutti i meme era diventato il protagonista di una commedia italiana. Un simpatico coglione dedito alla figa, che pur di farsela è andato contro uno scoglio mentre le faceva ammirare il panorama de l’Isola del Giglio.
I Social Media sono l’ennesimo mezzo con cui il bombardamento mediatico si attua, e tra plastici di Vespa e deprecabili servizi su vittime di tragedia (quelli che adesso vanno un botto sono gli emiliani) si rischia di venirne schifati e di distanziarsi dalla tragedia.
Prendere per il culo dei poveri cristi che hanno avuto la sfiga di beccarsi una sindrome è semplice idiozia. Non è black humor, non dimostra nessuna emancipazione. Sono il primo a non sopportare il pietismo, il primo che non sopporta chi difende sempre e comunque dei ragazzi down, quando spesso capita che siano i peggio viziati.
Ma un limite bisogna pur porselo, si deve anche essere capaci di cogliere il sottotesto di certa ironia. Se non la si comprende si rischia di credere davvero che uno come Schettino alla fine sia un gran simpaticone, giustificandolo in parte. L’indignazione e la rabbia sono qualità che nessuno deve mai perdere.