La Fantascienza è adessoLinker & Likers

Il web 2.0, questa stupenda e favolosa innovazione/rivoluzione, ha portato sulla scena nuove figure, nuovi soggetti della rete. In questo post vorrei analizzare prima i Linkers, i quali esprimono ...

Il web 2.0, questa stupenda e favolosa innovazione/rivoluzione, ha portato sulla scena nuove figure, nuovi soggetti della rete. In questo post vorrei analizzare prima i Linkers, i quali esprimono un bisogno di identità virtuale legata alla concezione della rete di anni addietro, in seguito i Likers, utenti influenzati enormemente dall’ introduzione del “Like It” apportata da Facebook.

I Linkers nascono su Facebook. Sono quegli utenti che pubblicano miriadi di link, che non sono nient’altro che foto con una breve descrizione. I più famosi non fanno altro che raccogliere i vari memes, demotivational e altre cazzate varie sparse per la rete. Ma ci sono anche delle adolescenti che si danno un nick, ad esempio cagnolina (no veramente c’è n’è una che si fa chiamare così), e pubblicano link smielati del tipo “sei tutto quello che ho, sei il mio respiro”, ci aggiungono un’immagine a dir poco pacchiana ed il gioco è fatto. Inoltre queste Linkers spesso come foto profilo non ne mettono una propria, ma di una qualche starletta di una loro serie tv preferita. In questo caso notiamo come l’utente voglia costruirsi completamente l’immagine e come voglia un po’ di popolarità. E’ un esempio di come la rete non costituisca più una fuga dal reale, perché tutti vogliono sapere che faccia abbiamo e mi raccomando non vi azzardate minimamente a modificare la foto, altrimenti siete degli idioti che non vogliono affrontare la realtà. Il fatto è che tutti i vip hanno foto modificate, se li incrociate per strada manco li riconoscete e non pensate “azzo che figa!”, ma “mmh caruccia”. Quindi perché una povera adolescente non può modificarsi foto? Insomma la rete ha preteso da noi la nostra vera identità, allora noi rispondiamo con falsi nome e cognome su Facebook, o in casi differenti nascono appunto queste Linkers. Ovvio che non è che stia lì a glorificare i loro link, chiari esempi di fiera della banalità, in quanto a quell’età pensi quelle cose lì, cerchi quelle cose. Quindi tanto meglio se le vai a leggere da una tua coetanea, invece di rispecchiarti in libri di scrittori di dubbia qualità, si mi sto riferendo a Moccia.

Adesso passiamo ai Likers. Il termine Likers si riferisce al famoso “Like it” di Facebook. Questa opzione ha cambiato il modo di comunicare, ha attivato l’utenza passiva. Prima vi erano perlopiù forum dove ognuno esprimeva una propria opinione, che per quanto stupida e sbagliata, resta sempre un proprio pensiero, un tentativo di analisi di un particolare oggetto, persona o situazione. Se volevi immetterti in questi flussi comunicativi dovevi essere capace di sviluppare un concetto, scrivere ad esempio “bel film, ma forse troppo lento, le musiche in alcuni casi erano fuori luogo”, oppure “credo che non abbiano ancora sviluppato un gioco collettivo, ma noto del potenziale”. Questi sono classici esempi di giudizi che non sono né totalmente positivi, né negativi. Contenere il tutto in un “mi piace” è sbagliato e sopratutto si esprime un giudizio incompleto. Cosa ti è piaciuto? Quanto ti è piaciuto? Se posto due video di band e ad entrambi metti “mi piace” vuol dire che li metti sullo stesso piano? Chi sono questi Likers?. Bisogna precisare che in molti casi il “mi piace” viene usato quando si ha poca confidenza con un altro utente, magari l’abbiamo conosciuto da poco e ci limitiamo ad un “mi piace”. Ma i Likers sono invece coloro che quasi mai commentano, quasi mai articolano un giudizio, semplicemente vanno mettendo mi piace a destra e manca. Perché? Sono forse utenti incapaci di elaborazione? Sono contatti deboli che seguono sempre un influencer o un trend-setter? Si rendono conto di quanto un “mi piace” sia generico? Sia chiaro che non sostengo che non si debba mai usare il like it, ma se ci esprime solo attraverso di esso si è, in parole povere, pecore. Se prima i Likers stavano nel silenzio a sentire quello che gli altri dicevano, annuendo con la testa quando erano d’accordo, adesso sono maggiormente visibili con i loro millemila like it. Ma un commento ha sempre maggior valore, stimola un dibattito, un confronto che è quello a cui un utente della rete deve sempre puntare. Più i Likers si diffondono più ci ritroveremo con poche persone che sviluppano concetti ed una moltitudine di persone che dicono “mi piace!”.

Il “Like it” è anche uno strumento di controllo che la rete e le grandi aziende usano su di noi, ma di questo aspetto parlerò nel prossimo post.

X