Bisogna riconoscere a Marchionne di essere riuscito a salvare due volte Fiat, la prima volta riuscendo a far “scucire” a Wagoneer, a.d. di General Motors, 1,55 miliardi di euro minacciando di fermare la fornitura dei diesel Fiat ad Opel (dopo che l’amministratore delegato di GM aveva detto che l’accordo non era più valido), mentre la seconda con la geniale idea di acquisire Chrysler aspettando che fallisca, così da acquisire una società non indebitata come spiegai nel seguente articolo del 2009 (http://www.gruppohainz.it/fiat/il-chapter-11-di-chrysler/).
L’unica cosa che manca veramente a Marchionne è il rilancio dell’Alfa Romeo, argomento che sta diventando una vera e propria ossessione per l’amministratore delegato di Fiat e di Chrysler tanto da non accettare i 5 miliardi di euro offerti da Piech, presidente di Volkswagen con un pallino per le auto italiane. Marchionne vuole di più per Alfa, vuole mettere nel pacchetto anche l’impianto di Cassino così da togliersi, in parte, la sovracapacità produttiva, infatti con Alfa in mano a Volkswagen sarebbe come portarsi un nemico in casa, ma soprattutto vi sarebbe una forte probabilità che Piech riesca dove Marchionne non è riuscito in questi anni.
Di annunci di rilancio Marchionne e i vari amministratori delegati di turno di Alfa Romeo ne hanno fatti tanti, si parlava del ritorno di Alfa in America nel 2008, poi nel 2010 e infine nel 2013. Se nei primi casi non credevo possibile, la mia speranza era cresciuta enormemente con l’acquisizione del controllo di Chrysler, con essa Fiat cambiava passo, sarebbe diventato finalmente possibile realizzare auto di segmento D ed E Alfa a trazione posteriore a costi accettabili per le enormi economie di scala ottenibili con le omologhe auto americane. Si materializzava il sogno di realizzare un pianale modulare pensato prima per Maserati, poi per Alfa e infine per gli altri marchi (così da preservare il brand value), ottenendo, quindi, enormi economie di scala anche per quel che riguarda motori e cambi.
Per essere più competitivi questa idea di pianale, che ho ribattezzato “chassis Hainz” o “pianale Hainz”, sfrutterebbe il posizionamento del motore longitudinale dietro l’asse anteriore, così da accentrare e abbassare il baricentro; tutto ciò si basa sull’analisi della più temibile (ma anche apprezzata) concorrente Bmw che non riesce a fare ciò per l’attaccamento ai propri motori a 6 cilindri in linea che risultano molto più lunghi di un V6 (motore lungo quasi quanto un 3 cilindri). Per maggiori dettagli sulle caratteristiche andate a leggervi il mio articolo dell’aprile del 2008 http://www.gruppohainz.it/alfa-romeo/erede-159-linee-guida-per-una-vera-alfa-romeo/
e quello “aggiornato” in seguito all’acquisizione del controllo di Chrysler del dicembre 2009
http://www.gruppohainz.it/alfa-romeo/piano-di-rilancio-alfa-romeo/
Sembrerebbe tutto così facile, ma soprattutto economicamente sostenibile perché si andrebbe a sostituire tutta una serie di piattaforme utilizzate da Chrysler, la Jeep e da Maserati con una sola piattaforma modulare adatta non solo a berline e sportive, ma anche ai Suv, volumi assolutamente prudenziali si possono leggere al seguente mio articolo:
https://www.automotivespace.it/fiat/unalfa-conciliando-economie-di-scala-e-prodotto/
Sebbene la riduzione ad una sola piattaforma avrebbe comportato enormi risparmi e un vero rilancio per Alfa l’amministratore delegato di FiatChrysler ha messo in stand-by tutti i progetti Alfa, svilupperà la Maserati Quattroporte (oltre al segmento E) sulla rinnovata piattaforma LY della nuova Chrysler 300 (per fortuna con scocca in alluminio, ma il peso dovrebbe avvicinarsi pericolosamente alle due tonnellate). E il Suv Kubang sulla piattaforma del GranCherokee…
7 Giugno 2012