neofitismipolitically Scorrect

A Parigi la stagione dei turisti dura tutto l'anno. Ma, come è facile immaginare, la situazione peggiora nei periodi delle vacanze scolastiche. Quando sono arrivata qui, ad aprile, c'erano le vacan...

A Parigi la stagione dei turisti dura tutto l’anno. Ma, come è facile immaginare, la situazione peggiora nei periodi delle vacanze scolastiche. Quando sono arrivata qui, ad aprile, c’erano le vacanze di Pasqua: in Francia e Germania durano quasi un mese e si traducono in orde di ragazzini in gita. Non ho capito se si organizzano da soli o se fanno le gite con la scuola durante le vacanze, comunque era tutto un pullulare di adolescenti strillanti e fotografanti.

Adesso che le vacanze son iniziate anche da noi, davanti al Louvre pare di stare in piazza Navona. Se non fosse per il fatto che tutto intorno alla piramide d’ingresso ci sono delle colonnette nere, di pietra, che somigliano a quei cosi che si mettono nelle zone pedonali per non far passare le auto. Ma il piazzale davanti al Louvre, cioé il fu cortile del Palazzo reale, è già zona a traffico limitato. Le colonnette non hanno nessuna funzione, se non misurare il q.i. dei turisti. Che ci si arrampicano e, sfruttando la prospettiva, fanno le foto con la mano sopra la punta della piramide, con la piramide sul palmo, con il fianco appoggiato alla piramide…

Quando poi piove tutti questi spiritosoni ci entrano anche, nel museo. La Grande galerie in un’uggiosa domenica di giugno è più affollata di un centro commerciale il 23 dicembre. Bene? Il popolo bue che si appassiona all’arte e alla cultura? Un quadro del Quattrocento al posto delle labbra rifatte di Barbara D’Urso?! Ecco, no. No.

Il turista tipo che intasa i corridoi del Louvre è un padre italiano in calzoncini e Birkenstock che si trascina dietro moglie e figlioletta avvoltolate in un impermeabile di cellophane azzurro (ndr: guardate le previsioni prima di partire per Parigi). «Adesso basta! Andiamo, veloci, se no non ci arriviamo alla Gioconda». Ecco perché la Grande galerie è piena: non per i capolavori della pittura italiana appesi alle pareti, ma in quanto corridoio che conduce alla Gioconda. Un quadrettino scuro sepolto dietro una marea di teste e di braccia alzate con in mano un iPhone.

Fa niente se nel frattempo sono passati davanti a Botticelli, se al piano inferiore ci sono le sculture di Michelangelo e nel corridoio accanto c’è La libertà che guida il popolo. E sto parlando solo delle opere più famose, quelle che tutti hanno visto nei sussidiari. No: il turista standard entra al Louvre per vedere la Gioconda e, se proprio trova il tempo, fotografare la Vittoria di Samotracia e Amore e Psiche di Canova. Passa davanti a tutto il resto ma in fretta, bisogna muoversi, dov’è la Gioconda? É una domanda talmente frequente che le indicazioni per il ritratto di Leonardo sono dappertutto, anche nelle sale dedicate all’arte egizia e cinese. Quando poi finalmente ci arrivano, alla Gioconda, gli italiani intonano la classica cantilena di insulti contro Napoleone e i suoi «furti».

Fate un favore: lasciateci i bambini, loro magari sono ancora in tempo. Voi intanto salite in cima alla Tour Eiffel e comprate una borsa di tela alle Galerie Lafayette. Mangiate le crepes e fate un giro sui bateaux mouches. Ma se passate il resto dell’anno a guardare Uomini e Donne, non vi servirà sgomitare dieci minuti davanti alla Monnalisa.

Entra nel club, sostieni Linkiesta!

X

Linkiesta senza pubblicità, 25 euro/anno invece di 60 euro.

Iscriviti a Linkiesta Club