Se la ‘Ndrangheta è una delle mafie più potenti del mondo – e c’è chi sostiene, non a torto, per l’indiscussa superiorità – è anche grazie alla sua condotta. Una mafia che non spreca colpi. Non si fa sentire con atti eclatanti. Un profilo basso, silenzioso. Come il veleno di una tarantola che entra nel sangue e senza far rumore ti uccide. Certo, qualche “avviso”, qualche bomba l’ha lanciata. Ma le reazioni si sono rivelate assolutamente improficue.
Purtroppo, però, questo non vuol dire che, in casi eccezionali, la ‘ndrangheta non sia pronta a colpire come e quando vuole. Lo ha dimostrato con l’omicidio Fortugno nel 2005 e con la strage di Duisburg il 15 agosto del 2007.
Oggi dalle parole di un pentito, infatti, si evince che la mafia calabrese è pronta per un nuovo attacco. Violento. Violentissimo.
La vittima del probabile attentato è il pm Nicola Gratteri.Si tratta, molto probabilmente, del nemico numero uno della ‘ndrangheta. Il miglior conoscitore della realtà criminale fin nei particolari. Conosce i nomi, i volti, le storie, i delitti, i crimini, i traffici. Si sposta dall’Italia alla Colombia per tentare di arginare il traffico di cocaina verso l’Europa rischiando la vita ogni giorno, riuscendo a far arrestare anche il terrorista Salvatore Mancuso detto “El Mono”, uno dei boss di un cartello narcos; autore di centinaia di omicidi. Ed è questa sua determinazione che lo porta a dover vivere sotto scorta dal lontano 1989.
Ma non è solo questo. Chi ha avuto la fortuna di incontrarlo dal vivo, come il sottoscritto, può confermare il fatto che stiamo parlando di un uomo tutto d’un pezzo. Una di quelle persone che vorresti incontrare ogni giorno e dalla quale vorresti imparare la vita. Non un eroe, bensì un esempio.
Quando si è appreso che sarebbero arrivati in Calabria 16 kili di tritolo per far saltare in aria lui e la sua scorta “per vendicarsi dei danni subiti“, una rabbia interna mi ha scosso e la prima cosa che mi è venuta in mente è: “NON VI PERMETTETE!”
Giovanni Falcone diceva spesso: “Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno. In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere.”
Per questo motivo chiedo a tutti coloro che leggeranno questo pezzo di NON lasciare solo Nicola Gratteri. Non lasciate cadere nel dimenticatoio queste minacce. Continuate a sostenere il suo lavoro. Parlate di lui!
Mentre ai criminali della ‘Ndrangheta dico questo: non lo fate, non osate toccare un uomo che non fa altro che il suo dovere. Non toccate Nicola Gratteri….NON VI PERMETTETE!
GIAMPAOLO ROSSI
per Wilditaly.net