In questi due giorni sono fioccati commenti imprecisi, non documentati e, purtroppo, talora sguaiati sulle vicende che hanno portato all’annullamento della prova concorsuale per la selezione dei tre posti da Procuratore dello Stato.
Si è detto di tutto: la prova era truccata sin dall’inizio, i posti erano già assegnati, in Avvocatura si sa come vanno le cose etc….etc….
Ora, io non c’ero e pertanto non posso conoscere con esattezza i singoli episodi, ma una cosa è certa: sui “se”, sui “si dice”, sui “tizio ha detto che Caio gli ha riferito di aver visto…. ” non si puó fondare nè un’accusa né tantomeno una notizia.
Stupisce che fior fior di giornalisti abbiano commentato l’accaduto riportando solo una versione dei fatti e canzonando il vertice dell’Avvocatura, tacciandolo di voler proteggere, per l’ennesima volta, la casta.
Mi auguro che si faccia chiarezza sull’accaduto e che si accertino, ove sussistenti, le eventuali responsabilità colpose o dolose.
Sino ad allora, forse sarebbe meglio rispettare le Istituzioni senza pensare che il solo fatto di cantare un inno nazionale durante la dettatura della traccia, saltando sui banchi (rompendoli,) conferisca di per se la patente di eroi della patria.
Ciò detto a coloro che affermano che l’Avvocatura dello Stato sia “la crema dei burocrati” rispondo invitandoli a passare anche solo una settimana in qualche ufficio dei difensori erariali.
AM