Nel giorno più terribile della storia della Grecia, stretta fra la morsa dell’uscita dall’euro ed il pericolo di nuove escalation estremiste nelle incertissime elezioni parlamentari di oggi e falcidiata dall’ecoterrorismo, i greci possono alzarsi di buon mattino e recarsi alle urne almeno con una bella notizia.
«La Grecia non muore!», titola Ethnos, uno dei maggiori quotidiani greci, con in primo piano una foto di Karagounis festante, dopo aver segnato la rete dell’1-0 finale che elimina la Russia e qualifica la sua nazionale, al fianco di un ovvio riferimento al voto. «Greci a testa alta» gli fa eco Ta Nea, altro popolare giornale di Atene. Non è più solo Calcio, è grande momento di orgoglio nazionale mentre nei palazzi del potere si discute di rinegoziazione del compromesso sugli aiuti e dei rischi di un nuovo empasse di formazione del governo dopo le elezioni. Non è più solo Calcio perché il prossimo venerdì l’intera nazione potrebbe stringersi attorno agli uomini di Fernando Santos nella sfida che tutti attendevano, ma che mai si sarebbero sognati di giocare: Grecia-Germania. Ai tedeschi basta un pareggio per conquistare il primo posto ed incrociare i padroni d’Europa.
In Germania già si ironizza su “chi dovrà mollare per primo” o se in caso di vittoria ci sarà la “richiesta di rinegoziazione del prestito”. Una cosa è certa: se è vero che il Calcio non ha di certo il suo rilievo nei parametri economici, come pure si disse in occasione della nostra vittoria mondiale, è altrettanto vero che dopo l’umiliazione del Bayern in Champions League, un’ennesima umiliazione potrebbe fare molto male non solo allo sport, ma anche agli investimenti tedeschi legati al mondo del pallone e ve ne sono tanti ed importanti. Per non parlare del duro colpo d’immagine che ne verrebbe fuori.
Il popolo della rete tra politici e gente comune si è già schierato (con Enrico Letta che twitta Grande Grecia che stupisce e passa, speriamo ora che stupisca anche domani e salvi l’Euro) e sarà sicuramente Europa contro Germania. Bisognerà aspettare che cosa diranno il probabile vincitore Tsipras e la cancelliera e chissà che non si incontrino a Danzica, proprio lì dove più di settan’anni fa i tedeschi mostrarono il loro lato più cinico. Altri tempi, altre storie, stesse rivalità.