Cara lettrice, Caro lettore,
quest’oggi siamo noi che porgiamo dei quesiti a voi, perché ci forniate una prospettiva diversa per leggere le faccende del nostro tempo. Premettiamo di essere ben consci del nostro status di uomini d’altre epoche, qualcuno direbbe spregiativamente demodé, ma gradiremmo ricevere qualche risposta a determinati interrogativi.
Interrogativo numero uno: da quando la palestra dell’uomo si è spostata dalla libreria a un luogo chiuso dove si sollevano immani pesi per gonfiare i bicipiti? I nostri padri ci hanno insegnato che l’unico sport a cui un gentiluomo di tutto rispetto deve prestarsi è quello di tener sempre perfetta la piega dei pantaloni e delle maniche delle giacche. I soli pesi che le nostre braccia hanno sollevato sono stati i libri sui quali il nostro animo e il nostro pensiero si sono formati. Vero, siamo stati dei giovani virgulti anche noi, ma solo in quel giocoso e spensierato periodo della vita abbiamo lasciato che i muscoli segnassero la nostra rotta. Superati i 16 anni, però, bussando alle porte degli adulti ci fu insegnato che non vi è mai stato altro modo per un gentiluomo di accreditarsi alla società degli uomini d’onore, che non fosse quello di intendere padronanza nel maneggiare la filosofia, ovvero l’etica, tenendo una condotta di vita irreprensibile, lontano dagli scandali e dai clamori femminei. Qualcuno tirava di scherma, qualcuno si cimentava con il cricket, tutti guardavamo il rugby, ma gli unici uomini nerboruti, di solito, abitavano dei grossi tendoni sotto i quali si teneva uno spettacolo chiamato circo. Viviamo, per caso, in un grosso circo?
Interrogativo numero due: da quando un uomo si preoccupa delle proprie sopracciglia e dei propri peli superflui che crescono lontano dalla regione barbuta del viso? Un tempo, avere la possibilità di lasciar crescere i baffi era un onore concesso a pochi valorosi uomini, il cui buon nome valicava i cancelli della storia e del tempo. Quest’oggi gli uomini, più che volersi accreditare alla buona società come dei gentiluomini d’onore, si comprano delle graziose pinzette e uno alla volta eliminano quanti più peli possono per avvicinarsi all’immagine eterea di una graziosa signorina. Ammettiamo di non frequentare i teatri da un po’ di tempo, ma il problema dei peli trattati da uomini era di sola competenza dei cicisbei, e di solito riguardavano i peli delle dame. Possibile che il mondo si sia capovolto a tal maniera?
Interrogativo numero tre, in cauda venenum: da quando gli uomini si lasciano andare a piangere in pubblico in presenza del gentil sesso? La domanda, perdonatela, è del tutto lecita, dato che ieri e l’altro ieri abbiamo visto più di un gorilla muscoloso e senza sopracciglia piangere al cospetto di graziose signorine. Tutti quanti ripetevano la stessa solfa. “Io senza di te non vivo”, oppure “Se mi lasci io non esisto più”. Dato che ci è molto difficile credere che un uomo possa lasciarsi sopraffare dalle emozioni amorose; dato, ancor di più, che non crediamo sia possibile che in un rapporto amoroso sia l’uomo a piatire le attenzioni di una donna; dato quanto premesso l’unica spiegazione logica che ci è sovvenuta è che codesti individui fossero doloranti per i muscoli e disperati per il dolore che, si può immaginare, provoca lo strappo delle sopracciglia.
Tuttavia, quand’anche fosse, dove sono rintanati i giovani che vogliono crescere nel solco delle tradizioni dei padri? Doveste avvistarli, fornite loro il contatto twitter di chi sta scrivendo @giandaspromonte perchè si possa procedere ad un censimento e decidere il da farsi.
Cordialità
GianMaria D’Aspromonte
Post scriptum: Gentilissimi,
ci si trova d’accordo con chi in maniera ferma protesta, citando il “culto del corpo” come esempio virile (radice virtus) del vivere maschile. L’uomo si allena alla guerra o non si allena. L’uomo si allena a combattere o non si allena. L’uomo si allena, per vivere sulla retta via sempre, oppure non si allena. L’allenamento di un uomo è la lotta, il contatto fisico, la spada o la sciabola. Ma l’allenamento principe per un uomo è, prima di ogni altro, la rinunzia e il contegno.
Cordialità
Alcuni esemplari di uomini desopraccigliati