Un Bashar che dorme con l’orsacchiotto. Che si fa spedire dall’amico Ahmadinejad una macchina per eliminare tutti i manifestanti anti regime con un solo pulsante. Non è la realtà, ma il frutto dell’immaginazione di Wiki Sham, un gruppo di attivisti siriani esperti in grafica digitale e animazione.
La serie on line si chiama Qasr ash-sha’b, il palazzo del popolo, dal nome della reggia presidenziale che domina Damasco dall’alto del monte Qasiun. Ad essere sbeffeggiati, oltre al raiis Asad, ci sono il fratello Maher, capo della Guardia Repubblicana, la portavoce presidenziale Bouthania Sha’ban e Rami Makhlouf, l’uomo d’affari più ricco della Siria che viene chiamato “per sbaglio” kharouf, caprone, in arabo. C’è anche spazio per sbeffeggiare Khamenei, la Guida Suprema dell’Iran, che in una clip si nasconde dentro una grotta per dispensare preziosi consigli utili per la repressione delle primavere in medio oriente.
C’è anche un Ban Ki Moon in versione animata. Il segretario dell’Onu annunacia a Bashar una visita a sorpresa nel paese per verificare che “sia rispettata la democrazia”. Il raiis è preso dal panico e fa “sistemare” ai suoi le città martoriate. Gli sgherri del presidente attuano un vero restyling dimenticandosi una mano mozzata e una macchia di sangue sul muro. “Stai tranquillo Ban”, dice Bashar al segretario Onu in dialetto siriano. “I morti sono pochi. Perché preoccuparsi?”.