Arbe Garbe “Books Across Balkans”12/06/2012 PANCEVO – ZAGABRIA

SIETE UN CIRCO? Partiamo da Pančevo di buon mattino. Faremo una pausa all’Istituto Italiano di Cultura dove ci aiuteranno a completare la trafila burocratica diventata una costante del nostro pereg...

SIETE UN CIRCO?

Partiamo da Pančevo di buon mattino. Faremo una pausa all’Istituto Italiano di Cultura dove ci aiuteranno a completare la trafila burocratica diventata una costante del nostro peregrinare. Ma le frontiere non termineranno mai di sorprenderci con variazioni sul tema “non si può passare”. Le sorprese cambiano sempre. Oggi ci sono problemi col Carnet Ata per gli strumenti musicali. Chiaramente problemi inediti, che fino ad oggi nessuno aveva mai sollevato. A guardare il lato positivo della cosa, le frontiere sono tutto sommato ottimi contesti in cui imparare la gestione delle emozioni meno funzionali: ansia, rabbia, senso di impotenza e scoraggiamento che in genere ti aggrediscono quando ti trovi circondato da camionisti stanchi e nervosi e spedizionieri che ti trattano con aria di sufficienza e con malcelato fastidio.

Così, oggi, mentre una parte di noi sopporta un impiegato che sproloquia con l’ufficio invaso da cassette di patate e angurie in dono arrivate da chissà dove, fuma e ride in faccia, in barba al divieto e alla nostra preoccupazione, il resto della ciurma deve ricontare tutti i pezzi presenti sulla lista dal Carnet Ata davanti al finanziere in attesa, il quale, appena visti i nostri documenti e le facce non ha esitato a chiederci: “Siete un circo?”

ZAGABRIA BY NIGHT

Dobbiamo attendere ancora fino a domani per sdoganare definitivamente il furgone, che facciamo custodire al confine, e procediamo in velocità verso Zagabria in questo tour a zig zag per i Balcani. Sono quasi le otto di sera, Zagabria sta a circa tre ore da qui. Ci arriva un SMS con l’indirizzo in cui alloggeremo durante i giorni del Krokodil. Inseriamo la via nel navigatore e procediamo fino ai bassifondi di Zagabria con la morte nel cuore. Stando allo strumento dovremmo infatti passare la notte nella casa diroccata che corrisponde al numero civico riportato dallo strumento. Un posto terribile, in un quartiere completamente fuori dal mondo. Parcheggiamo in una via strettissima tra casette basse ed un gruppetto di curiosi esce ad osservare gli stranieri appena calati dal furgone come fossero scesi da un UFO. Telefono a Vladimir Arsenijević, scrittore e direttore artistico del Krokodil. Il nome della via era quasi giusto, ma non era proprio quello, quindi riprogrammiamo il satellitare con l’indirizzo corretto ed arriviamo, finalmente, nella via centrale dove saremo alloggiati.

Zagabria di notte è bella. Ha qualcosa che ricorda una cittadina tedesca. Sembra ordinata e pulita, vitale il giusto, ma senza esagerare. Salutiamo Vladimir, che deve organizzare le ultime cose per l’inizio del festival e, dopo aver sistemato borse e borsoni nell’appartamentino in cui dormiremo, ci aggiriamo per il centro alla ricerca di un posto in cui mangiare. E’ quasi mezzanotte, e la scelta di locali è piuttosto limitata. Alla fine entriamo in un club dove facciamo scaraffare alcune birre e possiamo scegliere di cenare con panini freddi di dimensioni enormi o una zuppa di fagioli, carne e peperoni che sembra minacciare vendetta ad ogni cucchiaiata. Ci riempiamo bene o male la pancia e rincasiamo per sopravvenuta stanchezza. Domani sera dopo il concerto, mentre Paderna e Flavio torneranno a recuperare il mezzo alla frontiera, tre nostri arditi s’infileranno in un locale notturno equivoco, invaso da una marea di gente con tasso alcolico ed ormonale elevatissimo. Un festino devastante anche per noi, che siamo abituati al peggio. Zagabria by night sembra ordinata e tranquilla, ma l’apparenza a volte può ingannare.

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