Giulio Tamburini è una toga che non si tira indietro, mai.
Segue indagini legate alla criminalità organizzata, a quella legata a etnie straniere.
Ed è una toga verde, perchè si occupa, a Mantova, del processo in corso contro il polo chimico ex Montedison.
Mercoledì notte un boato ha squarciato il cielo di Mantova.
Una bomba artigianale, ma confezionata da mani esperte secondo gli investigatori, è stata fatta esplodere la notte scorsa davanti alla villetta del sostituto procuratore Giulio Tamburini, alla periferia della città.
L’ordigno, collocato sotto il cancello, scardinato dall’esplosione, non ha provocato feriti, ma ha danneggiato la villetta del magistrato e quelle attorno, con vetri infranti e calcinacci caduti.
Tanta, però, la paura da parte di Tamburini, che al momento si trovava in casa con la moglie e i figli, tutti illesi.
L’esplosione è avvenuta alle 2: uno dei figli era appena rientrato a casa ed è stato sfiorato da alcuni frammenti di vetro. Delle indagini sull’ordigno, un tubo di plastica pieno di polvere da sparo, sono stati incaricati i Ris di Parma.
«Un atto gravissimo che non ha precedenti in tutto il nord Italia, la modalità dell’attentato esclude che possa trattarsi di un gesto isolato», ha commentato il procuratore generale di Brescia Guido Papalia, accorso a Mantova per partecipare ad una riunione d’urgenza del comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico, durante la quale è stato deciso di fornire la scorta a Tamburini e misure di protezione per la sua famiglia.
Il magistrato mantovano, 54 anni, è anche distaccato per la Dda di Brescia e si occupa di delicate indagini sulla criminalità organizzata.
Criminalità organizzata, molto organizzata, nella “tranquilla Mantova”, e un nuovo magistrato con la scorta.
Sarebbe stato troppo pretendere di ascoltare questa notizia in un tg?