Le strade di Madrid bruciano ancora. In bocca c’è il sapore del carbone e del sangue. E le vestigia di un scontro di piazza che ha infiammato gli animi. Gli spagnoli sono arrabbiati. Proclamano scioperi a oltranza, mentre alla Moncloa si tagliano ancora 65 miliardi di euro, si aumenta l’Iva, si eliminano le tredicesime, si dimenticano istruzione e sanità.
Sono arrivati con una silenziosa marcia, quei minatori asturiani, ribelli da più di 50 giorni.
I caschi in testa, i figli in braccio e le mogli accanto: quasi come un novello quadro di Pellizza da Volpedo.
Volevano solo essere ascoltati, marciando pacificamente verso Sol.
Ma in tempi strani, spesso accadono cose inaspettate. O meglio cose che fino alla fine pensi siano inaspettate: cariche di polizia, spari (per carità con pallottole di gomma!) contro la folla, facce insanguinate. Da una parte pietre, dall’altra lacrimogeni.
In mezzo gli anziani che le lotte se le ricordano bene. Allora c’era l’esercito di Franco, oggi c’è la crisi economica, la disoccupazione, l’ignota finanza di chi non sa scrivere e ha firmato con il pollice imbrattato prodotti tossici messi sotto il naso dal bancario di fiducia.
Di chi è la colpa? In molti urlano alla truffa. Si fermano in milioni, sotto l’edificio della Banca di Spagna, intonando un fischio denigratorio all’unisono.
E poi accade, per la seconda volta, l’inaspettato: c’è chi esce in giacca e cravatta per chiedere perdono. Come ha fatto il presidente della banca Novagalicia, José María Castellano.
Sì proprio così, perdono ai clienti per quello che è stato. Dice semplicemente di sentirsi in obbligo, di dover farsi carico di quello che sta succedendo.
Lui, alla guida della cassa di risparmio nazionalizzata nel settembre 2011, conosce bene i suoi errori. Come aver messo in commercio quelle azioni ad altro rischio senza una sufficiente conoscenza finanziaria.
Chiede perdono per la liquidazione multimilionaria degli ex direttori, per gli investimenti suicidi, come l’acquisto di un isola e di 12 mila appartamenti durante il boom immobiliare.
Un buco che adesso cerca di tamponare con il Frob: Novagalicia ha già ricevuto 3,6 miliardi di euro, ma non sono sufficienti. Ne servono almeno altri 7 per coprire le perdite.
Ma le scuse pubbliche non sono solo parole per mettere balsamo sullo stato d’animo delle famiglie spagnole. Castellano parla di precise responsabilità. Fa nomi e cognomi. Racconta di come si siano raggirati analfabeti, perfino inabili.
I sorrisi si fanno amari allora, più amari della birra che i bar vendono ormai per 1 euro.
12 Luglio 2012