Mentre leggevo un articolo di un blog neokeynesiano (sì, anche i liberisti ogni tanto leggono cose diverse, soprattutto quando le linkano gli amici) mi ha colpito una statistica piuttosto utilizzata per il suo effetto emotivo, cioè il fatto che un top manager americano guadagna 263 volte un lavoratore medio.
Mi frullava in testa questo numero e in effetti mi sembrava un’enormità. Così ho fatto un paio di calcoli.
Il reddito medio annuale di un lavoratore statunitense è di circa 32mila dollari, al netto delle tasse (le fonti si possono trovare un po’ ovunque sui siti del governo usa, per maggior semplicità espositiva vedere qui).
Il calcolo è molto rapido:
32.000*263 = 8.416.000$
Si parla di oltre 8 milioni di dollari all’anno di reddito, quindi. E netti.
Di certo persone che guadagnano una simile cifra ci sono, ma fare un confronto fra i 50 manager più pagati d’america e il lavoratore medio è un po’ capzioso. Non ha più senso fare la proporzione fra il reddito di un impiegato medio e quello di un dirigente medio?
Facendo così, si vedrebbe che sono pochi i dirigenti (e qui parlo dell’Italia, che conosco di più) apicali delle aziende che possono arrivare a guadagnare più di 300-400mila euro lordi. Certo, ce ne saranno 20 o 30 che guadagnano qualche milione (quelli delle grandi multinazionali), ma che vuole dire?
O si fa il calcolo delle medie o si fa quello dei valori estremi, non ha senso prendere la media dei lavoratori e il top dei manager a meno che non si voglia spingere a priori su un’interpretazione precisa.
Se si guarda alle proporzioni realistiche si parla di circa 10 a 1 (300mila contro 30mila, al lordo delle tasse), che è ben diverso da 263 a 1.
E anche qui parliamo di dirigenti apicali, non del parco dei dirigenti “medi” che ogni grande azienda ha in quantità e le cui retribuzioni sono molto meno astronomiche (seppur ovviamente sostanziose), nell’ordine di 100-120mila euro.
Poi si può anche discutere se il decuplo di uno stipendio medio sia comunque un’ingiustizia (e qui si apre una parentesi enorme su come si può dire “poco” o “troppo” in un’analisi di questo tipo. Non è semplice e magari cercherò di parlare in un futuro post). Ma almeno che il dibattito in questione sia serio.
P.s. Se siete interessati ad uno studio serio sull’argomento, potete dare un’occhiata a questo paper (Anthony B. Atkinson & Thomas Piketty & Emmanuel Saez, 2011. “Top Incomes in the Long Run of History,” Journal of Economic Literature, vol. 49(1), pages 3-71). E’ un articolo scientifico ma le tabelle e i grafici sono di facile interpretazione.
Fra l’altro l’articolo conferma una certa incidenza e un aumento relativo delle diseguaglianze sul reddito negli ultimi decenni. Quindi conclusioni che faranno “piacere” agli articolisti del Keynes Blog.
P.s. 2 Ovviamente non sono un manager e non ho nessun interesse a difendere i dirigenti (che spesso hanno retribuzioni non parametrate ai risultati conseguiti, e questo sì che è sbagliato). Guadagno 800€ al mese e sarei già ben contento di avere il salario medio di un impiegato.. Ma i giochini con i numeri mi urtano, soprattutto quando privi di basi solide.