Storia MinimaGli inglesi, questi smemorati impauriti

“Mi è costata non poca fatica ad avviare e sostenere qui quella poca manifestazione del I° Maggio che per quest’anno è possibile. Gli operai , non organizzati, intimiditi, incerti, o rischiano di c...

“Mi è costata non poca fatica ad avviare e sostenere qui quella poca manifestazione del I° Maggio che per quest’anno è possibile. Gli operai , non organizzati, intimiditi, incerti, o rischiano di cadere nelle mani di demagoghi burloni o di entrare in qualche circolo segreto che serve poi di traccia alla polizia per fare gli arresti.
E pure la manifestazione del I° Maggio c’è, nelle truppe consegnate, nel terrore dei signori, nelle porte, nei portoni, nelle finestre inchiavate, asserragliate e suggellate.”
Così Antonio Labriola in una lettera a Federico Engels datata 30 aprile 1892 (chi volesse leggerla la può trovare nel volume Antonio Labriola, Scritti politici e filosofici, a cura di Franco Sbarberi, Einaudi, Torino p. 297).
Questa lettera mi è tornata a mente guardando venerdì sera la cerimonia di apertura dei XXX giochi olimpici moderni.
Che manuale di storia veniva fuori da quella sceneggiatura? Un manuale alquanto balordo. Elenco alcuni buchi clamorosi:
Nessun cenno alla storia dell’Impero britannico;
Nessun cenno ai molti morti sul lavoro;
Perché fare l’elogio della legge sulla sanità pubblica quando da anni si fa di tutto per smantellarla?
In ogni caso perché non ricordare Margaret Thatcher?
Nessun omaggio a Adam Smith, David Hume. La modernità industriale deve qualcosa a Edimburgo e alla Scozia (sarà per questo che non c’erano?)
Nessun accenno alla Seconda Guerra mondiale (assorbita invece nella prima).
Nessun accenno a George Orwell (evidentemente ricordarlo è alquanto compromettente) oppure a Bertrand Russell
E ammesso che il messaggio volesse essere di pace e di universalismo, perché non chiudere con Imagine di John Lennon? Anche lì mi sa che ci sono problemi.
Per aver improntato tutto sul politically correct, non male come vuoti di memoria.
Ma il problema non e a solo il vuoto di memoria.
Non è vero che l’altra sera a Londra non ci fosse la memoria degli atleti israeliani uccisi.
Nella celebrazione glamour che non deve spiacere a nessuno , lì c’era la memoria degli atleti israeliani uccisi. L’attore protagonista di tutta quella scenografia (come il nano gobbo che muove la storia, ma non si deve vedere, come scrive Walter Benjamin nella prima delle sue Tesi di filosofia della storia) era la paura.

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