Novità in casa episcopaliana. Durante la Convention triennale svoltasi a Indianapolis dal 5 al 12 luglio scorsi, i due rami che compongono il vertice della Chiesa episcopaliana (la Chiesa anglicana degli Stati Uniti) hanno approvato due mozioni che faranno discutere.
Con 171 voti a favore e 41 contrari, la House of Deputies ha confermato la decisione della House of Bishops (111 contro 41) di introdurre a partire da dicembre – e per tre anni, fino alla prossima Convention che deciderà se renderla permanente – una liturgia di benedizione per le coppie omosessuali di lungo corso. «Penso che stiamo facendo un atto d’amore, che stiamo facendo ciò che Gesù ci ha chiamato a fare», ha commentato Michael Curry, vescovo della diocesi del North Carolina. «Stiamo cercando una via per sostenere quelle persone che hanno dimostrato amore e attenzione reciproca per tutta la loro vita».
Nonostante la nuova liturgia non sia obbligatoria e non rappresenti una nuova definizione di matrimonio, non sono mancate le reazioni contrarie. «Credo che spingerà la Chiesa episcopaliana fuori dalla tradizione cristiana», è stato il commento del vescovo della diocesi del Northern Indiana, Edward Little, che teme che questa apertura possa essere interpretata come un sostegno al matrimonio omosessuale. È qualcosa di più di un provvedimento pastorale, «rappresenta proprio una differente definizione di matrimonio», gli ha fatto eco la rev. Sharon Lewis, deputata della diocesi del Southwest Florida, che avrebbe auspicato un confronto maggiore sulla questione.
Ma non basta. La Convention ha anche approvato una mozione che apre all’ordinazione di persone transgender: nonostante in alcune diocesi fosse già realtà, si è ritenuta necessaria una esplicita dichiarazione in tal senso.
11 Luglio 2012