Mi hanno regalato il libro di Tommaso Nannicini ” Non ci resta che crescere. Riforme: chi vince, chi perde, come farle” (Università Bocconi anche in e-book) in ritardo rispetto all’uscita, che è del settembre 2011, ma forse al momento giusto dal punto di vista politico.
Oggi è chiaro a tutti che l’esperienza del Governo Monti non può che essere un primo passo e che per uscire da più di due lustri di paralisi totale e mortale bisogna tornare alla Politica, forse anche alle elezioni in autunno come scrive Mario Calabresi su La Stampa oggi.
La fine sia della prima che della seconda Repubblica non sono dovute certo a complotti o macchinazioni, ma alla rottura del normale patto fiscale che c’è in ogni paese sano. In Italia quando il sistema dei produttori non ha più retto il peso dei free rider e dei rentier del debito pubblico si è rotto l’equilibrio, è scattata la fuga dal debito ed è crollato il sistema politico.
Le forze politiche che aspirano a governare il Paese devono dirci con chiarezza quale tipo di società immaginano per tornare a crescere e quindi quali riforme vogliono fare, quali sono i costi e per chi, quali i vantaggi e quando. Governare oggi l’Italia, scrive giustamente Nannicini, significa essere dei buoni giardinieri che sanno cosa potare oggi per far crescere la pianta più rigogliosa domani e il libro aiuta proprio a capire cosa potare e perché.
I temi trattati sono “Stato e mercato”, “Il merito del capitale umano”, “Concorrenza, imprese e professioni”, “Energia, infrastrutture e capitale sociale” e gli autori una trentina tra cui Pietro Ichino, Maurizio Ferrara, Tito Boeri, Fabrizio Onida e Giorgio Vittadini. Un gruppo riformista trasversale che parla di cosa fare e come ordinando le riforme tra quelle da fare subito e quelle da fare con il giusto tempo, indicando chiaramente chi vince e chi perde. Che sia anche la formula politica giusta per l’Italia di domani?
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