Che fine farà la nuova Sede distaccata della Scuola Nazionale di Cinema del Centro Sperimentale di Cinematografia ora che è stato deciso l’accorpamento con il Ministero dei Beni Culturali?
Nell’ambito del decreto legge ”disposizioni urgenti per la riduzione della spesa pubblica a servizi invariati (spending review)”, approvato dal Consiglio dei Ministri, sono state introdotte le seguenti disposizioni di interesse del Ministero per i Beni e le Attivita’ Culturali:.
– La liquidazione della societa’ Arcus s.p.a: e’ stata prevista la nomina di un commissario liquidatore con il compito di portare a conclusione le numerose attivita’ in corso di svolgimento della societa’. La liquidazione avverra’ improrogabilmente entro il 31 dicembre 2013. Gia’ a partire da quest’anno, l’assegnazione delle risorse a favore di progetti di conservazione, valorizzazione e promozione del patrimonio culturale che spettavano alla societa’ liquidata avverra’ direttamente tramite il MiBAC che, di concerto con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasposti, individuera’ i criteri e gli indirizzi esclusivamente per la realizzazione di nuove e mirate iniziative di assoluta rilevanza nazionale e internazionale.
– La trasformazione della Fondazione Centro Sperimentale di cinematografia in Istituto Centrale del MiBAC: il provvedimento ha il fine di razionalizzare, concentrare e rafforzare le risorse a sostegno delle funzioni della Scuola a favore dei giovani che hanno intrapreso un percorso formativo nelle professioni cinematografiche. La dotazione economica della Scuola – che non verra’ diminuita – sara’ quindi focalizzata sulla didattica ancor piu’ che nel recente passato. In questa nuova fase della storia di questo prestigioso ente, saranno individuati, quali nuovi e unici organi dell’Istituto, un Direttore di indiscussa professionalita’ e autonomia e un Comitato tecnico-scientifico di altissimo profilo, i cui componenti saranno scelti tra personalita’ di riconosciuta autorevolezza nel settore cinematografico e nella formazione specialistica. Il Direttore e il Comitato verranno nominati acquisendo anche il parere delle associazioni di settore.
Il nuovo Istituto ereditera’ dalla Fondazione tutte le attivita’ della Scuola, mentre la Cineteca Nazionale sara’ d’ora in poi valorizzata in stretta sinergia con l’archivio dell’Istituto Luce Cinecitta’, anche affinche’ entrambi siano pienamente integrati nei percorsi formativi, didattici e di promozione culturale della Scuola stessa.
La nuova Sede distaccata della Scuola Nazionale di Cinema del Centro Sperimentale di Cinematografia era stata presentata all’Aquila il 27 maggio 2011 dal Direttore Generale del Centro Sperimentale di Cinematografia Marcello Foti e suggellata con la stipula di un accordo sottoscritto dal Presidente della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia, Francesco Alberoni, dal Presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, dal Presidente della Provincia dell’Aquila, Antonio Del Corvo, dal Sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, dal Direttore Generale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Nicola Borrelli, dall’Assessore Regionale alle Politiche Culturali, Luigi De Fanis e dall’Assessore Comunale alla Cultura, Stefania Pezzopane.
Oggi, della fine del Centro Sperimentale di Cinematografia parla anche Dagospia.
Finisce, dopo dieci anni di regno assoluto, l’era Alberoni al Centro sperimentale di cinematografia. E vengono liquidati il direttore generale, i dieci dirigenti della scuola, i quattro componenti del Consiglio d’amministrazione, i tre del Collegio dei revisori dei conti e i sei membri del Comitato scientifico. […] Inutile dire che Francesco Alberoni, il cui mandato scade il 22 luglio, è furibondo. Pensava di poter nominare il nuovo preside del Centro, invece viene praticamente “congelato”. E con lui il direttore generale Marcello Foti. Dai prossimi giorni, in vista degli adempimenti tecnici che porteranno alla nomina del nuovo direttore-presidente, sarà il direttore generale per il cinema presso il Mibac, Nicola Borrelli, a pilotare l’istituzione. Sarebbe bello fare in fretta, ben prima della fine dell’anno; e ci si augura, soprattutto, che non si punti né su un dinosauro del cinema a riposo né su manager-banchiere della Cattolica che nulla c’entra col cinema.
[…] Il Centro, nato nel 1935 per volere del Duce, riunisce le attività della Scuola nazionale di cinema e della Cineteca nazionale, per un costo annuale, al quale provvede il ministero tramite Fus, di circa 11 milioni e 300 mila euro. Dei quali, però, circa 9 milioni e 800 mila se ne vanno in stipendi: 7 per personale e dirigenti, 2 milioni e 800 mila per insegnanti e collaboratori di spicco.
[…] Con la decisione di ieri i dipendenti non peseranno più sul Fus alla voce cinema ma sul bilancio dello Stato, mentre i dirigenti, salvo ripescaggi anche augurabili, dovranno trovarsi un altro lavoro. Sul modello di quanto realizzato accorpando Cinecittà e Istituto Luce con trasferimento di 54 dei 130 dipendenti al ministero dei Beni culturali, si riduce in sostanza la struttura pletorica del Centro sperimentale di cinematografia, naturalmente senza licenziare nessuno, ma facendo in modo di destinare più fondi alla didattica e alle attività della Cineteca, che ora lavorerà in sinergia con l’archivio di Cinecittà Luce.
Fisicamente resterà tutto nella sede storica, ma agendo, appunto, solo sull’apparato burocratico. E cioè: un presidente, Francesco Alberoni, nominato dal ministro Urbani nel 2002, tra aspre polemiche, al posto di Lino Micciché; un direttore generale, appunto Foti; un cda composto da Pupi Avati, Giancarlo Giannini, Giorgio Tino e Dario Edoardo Viganò; un Collegio dei revisori dei conti con tre membri; un Comitato scientifico con sei esperti, tra cui Renzo Martinelli, regista molto caro alla Lega; otto direttori, di cui uno è Foti, con delega alla Cineteca; tre responsabili di sedi. In effetti troppe persone al timone. Essendo una Scuola d’eccellenza, si può capire il contenuto numero di studenti su scala triennale, circa 250 per le quattro sedi, ma ha senso un rapporto tra allievi e dipendenti così squilibrato?