REALTÀ
Abbiamo cominciato con “il verde di questa aiuola è offerto da Esselunga”.
Ora il Colosseo lo restaura Della Valle al posto dello Stato (la Res Publica).
MA NON STUPIAMOCI.
Foto da www.businessinsed.org
Succedeva anche in Roma Antica. E non era l’eccezione, anzi era la regola. E aveva un chiaro e francamente esplicito messaggio politico, ed elettorale.
Dagli “Orti di Cesare” (Tiberio) ai più prosaici ma non meno popolari “Vespasiani”.
I privati hanno da sempre investito nella cosa pubblica per prestigio e per ritorno d’immagine.
E sapete una cosa?
Il sistema – almeno nella Roma tardo repubblicana (fino a Cesare, Giulio Cesare, per intenderci) – funzionava, e funzionava anche bene. E persino i primi imperatori erano dei magnati mica male, stile Lorenzo il Magnifico o Rockfeller. Solo che dopo prendevano il potere e tanti saluti. L’ho pagata io? E allora non è più cosa pubblica, è COSA MIA.
Come le tombe etrusche di Villa Certosa…
E allora, anche se personalmente non ritengo un male in assoluto il ritorno al sistema di Roma Antica in cui almeno un po’ i ricchi ci mettevano del loro per il patrimonio di tutti, la domanda che potremmo farci non è se sia bene o male il ritorno al sistema “alla romana” bensì…
A QUALE ROMA vogliamo tornare?
Quella di Cesare Giulio o quella di Cesare Nerone?
Badate, anche se in codice i suoi servi lo chiamavano – lo chiamano forse ancora – “Cesare” – Berlusconi Silvio NON è paragonabile per figura o per potere a Cesare Giulio. E, per quanto, non lo sono neppure Andreotti Giulio o Craxi Bettino. Neppure Mussolini Benito, via, mi voglio rovinare.
Loro tutti assomigliano molto di più ai PRECURSORI DI CESARE. I Silla, i Mario, i Pompeo Magno – tutti potenti semi-tirannici e generosi finanziatori di opere pubbliche, ma senza “il Potere” assoluto.
Solo che a forza di Sila, a forza di Marii, a forza di Silvii, prima o poi a un Cesare ci si arriva, se la storia ci insegna qualcosa.
E allora, davvero, QUALE ROMA Antica vogliamo indietro? E a QUALE PREZZO?