Chiedi alla polvere. Storie di droga e narcotrafficoEcco cosa accade a chi segue il narcotraffico in Usa e in Colombia. La storia di Irma Londono

Censurata due volte. La prima nel 1999, quando ancora viveva in Colombia. Costretta a lasciare il Paese per le minacce di morte subite dai guerriglieri comunisti. Irma Londono lavorava a Caracol Ra...

Censurata due volte. La prima nel 1999, quando ancora viveva in Colombia. Costretta a lasciare il Paese per le minacce di morte subite dai guerriglieri comunisti. Irma Londono lavorava a Caracol Radio, in un programma che andava in onda nella notte. Ha dovuto abbandonare tutto. La seconda negli Stati Uniti, dove ha trovato asilo politico. Non le mancano le notizie, ma nessuno le dà spazio. Così la giornalista colombiana, 57 anni, ripiega su un blog, dove continua a portare avanti le sue inchieste. Di mestiere, gestisce un’azienda che ristruttura e decora immobili. Il giornalismo è diventato solo un hobby: l’ultimo post del suo diario web risale al novembre 2011. “Ora ho pronta la parte delle attività delle Farc con il narcotraffico in tutta l’America – racconta -. Ci sono prove evidenti delle attività dei guerriglieri in Argentina. Quando la Presidenta argentina Christina Kirchner si candidò alle elezioni ricevette del denaro del Venezuela, denaro che proveniva dal narcotraffico delle Farc”. Sostiene di essere in possesso di documenti che lo dimostrano.

Né di destra, né di sinistra: Irma Londono si sente – da sempre – una giornalista indipendente: “Ho lavorato in Colombia per le forze armate e per il Governo, ma ho comunque denunciato corruzione dentro l’esercito. Mi sono sempre interessata alla guerriglia, lavoravo alla radio, ho cominciato in radio. Mi informavo sui fronti operativi della guerriglia, del sud e del nord”. Ha cominciato nel 1986, quando ancora il re dei narcos si chiamava Pablo Escobar. Ricorda il momento in cui è iniziata la guerra per la produzione della cocaina in Colombia.

All’epoca, la regione del “Llanos orientales” era in mano alle Farc, che riscuotevano una tassa per ogni grammo di polvere prodotta: si chiamava “tassa del grammo”. Il narcotrafficante socio di Escobar che controllava quella regione si chiamava “El Mexicano”. “Ben presto – racconta Londono – ha cominciato a non pagare tutto quello che produceva e fu il primo ad organizzare i gruppi paramilitari, in quell’epoca chiamate Autodefensas Campesinas de Colombia”. L’esercito contribuì all’impresa rinforzando il gruppo delle Auc. Con l’obiettivo di distruggere la minaccia comunista che metteva in pericolo l’esistenza del governo colombiano. È così che i contadini che resistevano alle Farc sono diventati paramilitari: “Membri dell’esercito davano armi e appoggio politico a questi gruppi: pensavano che fosse il modo più rapido per stroncare la guerriglia, ma non è andata così. Oggi i politici e i soldati colombiani pensano che sia sufficiente uccidere tuti i guerriglieri per risolvere il problema, mentre invece la soluzione sarebbe semplicemente non rubare, smetterla con la corruzione e fare stare meglio il popolo”.

“Quando stavo in Colombia – prosegue Londono- non avevo paura della guerriglia. Di solito corrono maggiore pericolo i giornalisti di destra, dichiaratamente anti-Farc. Io invece ho sempre appoggiato la linea della diplomazia e della trattativa tra governo e gurrriglia”. Invece nel giugno del 1989 finisce nelle mani del Epl, l’Esercito popolare di liberazione, un gruppo armato alleato delle Farc. Sedici giorni di prigionia, poi, finalmente, la liberazione anche grazie l’intercessione di alcuni amici poliziotti infiltrati tra i ribelli.

Eppure Irma Londono non ha mai parteggiato per il governo in questa lotta alle Farc. Almeno, non con il governo Uribe e con il suo insano progetto di sterminare tutti, contadini “collaborazionisti” e guerriglieri. Mandando in fumo qualsiasi progetto di pace. Quando ha lavorato ad un’inchiesta per le forze armate, ha denunciato la corruzione osservata negli ambienti militari. Critica il governo per non aver saputo offrire un’alternativa ai contadini che vendono le foglie di coca. Critica la sinistra per non essersi scrollata di dosso il più influente gruppo di narcotrafficanti del mondo. E critica l’informazione, miope e ideologica, incapace di aprire gli occhi ai colombiani: “Molti giornalisti in Colombia vedono il problema delle Farc come qualcosa del loro paese e basta, non lo vedono in un’ottica più ampia. Ho passato sei mesi a investigare e studiare dati di ong di destra e di sinistra, di organismi internazionali imparziali e mi sono resa conto dei rapporti tra le Farc e Hezbollah, al Qaeda e Gheddafi. Lo scrissi subito nel mio blog”.

Ha ottenuto l’asilo politico in un tempo record, Irma Londono. Il suo curriculum anticomunista e antichavista le ha spianato la strada verso Miami. “M’intervistò un programma radio di cubani transfughi a Miami, ammirati. Si sa come sono i cubani di Miami…”, ricorda. Atterrata in Florida a continuato a lavorare anche se pagata poco. Ma non poteva fare inchieste, rinchiusa nello studio statunitense di Caracol Radio a riscrivere pezzi di altri. Finché, nel 2000, non s’imbatte nella storia di un cartello di narcotrafficanti russi che, un pezzo alla volta, si stava comprando la parte nord di Miami: strip club, agenzie immobiliari, casinò. Nessuno voleva quella storia, su cui ancora oggi non è stata scritta nemmeno una riga. E così è nato irmalondono.blogspot.it.

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