La nuova bozza del decreto Sanità, che sarà approvato venerdì prossimo, contiene elementi che hanno fatto discutere e causato molte perplessità. Nella parte riguardante beni di consumo diretto accanto a multe fino a 2000 euro per chi vende sigarette ai minori e all’obbligo di tenere i videopoker lontani dalle scuole e dai centri di raduno dei giovani è prevista infatti una tassazione sulle sulle bibite analcoliche con zuccheri aggiunti e con edulcoranti di 7,16 euro ogni 100 litri e sui superalcolici di 50 euro ogni 100 litri. Ovviamente queste tasse sono a carico dei produttori ma possiamo immaginare come un aumento del prezzo al consumatore sembri piuttosto inevitabile.
Il ministro Balduzzi ha ricevuto molte critiche da associazioni consumatori e anche dallo stesso governo che ora sembra piuttosto diviso riguardo la votazione di venerdì. La più grande critica portata dalle associazioni sui consumatori fa leva sull’intollerabile insistenza del governo ad una tassazione che continua a colpire le famiglie, il consumatore medio. L’Aduc in particolare sostiene che sentire una tale proposta dal ministero della Salute è scandaloso: è un decreto da economisti, e non centra con la salute dei cittadini.
Ora, questi provvedimenti sembrano sensati, sembra tutto logico: se si consumano alimenti che possano mettere a repentaglio la tua salute è giusto che si debba almeno contribuire alle spese sanitarie che il paese dovrà sostenere le cure i in futuro. Ovviamente nessuno consumerà meno bevande con questa tassa irrisoria, ma si farà cassa.
Il ragionamento “chi si rovina mangiando male almeno contribuisca alle spese” non fa una piega, ma non fa una piega nel perfetto mondo della logica e dei numeri dei nostri tecnici, non si può dire se sia giusto o sbagliato. Di certo giusto non è andare a colpire ancora una volta le famiglie, i singoli consumatori prendendoli in giro facendo, credere che sia tutto fatto in loro favore.
Innanzitutto se, come desiderano, si tratta della nostra salute la prima regola che ogni medico insegna è che prevenire è meglio che curare. Teniamo presente che questo governo deve fare cassa in ogni modo (per questo è stato insediato), non deve curare i cittadini; teniamo presente questo e pensiamo al sistema pubblicitario.
I cibi spazzatura sono pubblicizzati ovunque, MacDonald’s è – o è stato fatto diventare – il sogno di generazioni, Gatorade, Red Bull sono pubblicizzati ad ogni ora anche sui canali pubblici. Se il cittadino è attaccato da tutte le parti è lecito sentirsi in gabbia? Se mi dicono ovunque che devo mangiare determinate cose e allo stesso tempo mi tassano quelle cose mi viene da pensare che lo stiano facendo con un semplice calcolo economico: sanno la quantità di consumo presente. Altrimenti toglierebbero la prima parte. Ma i circoli viziosi fanno bene ai soldi, e noi ci siamo in mezzo. Siamo la società che consuma ingrassando e consuma denaro per andare in palestre per dimagrire, e via così.
Chi decide cosa tassare? Perchè non tassare la carne rossa? Sempre più studi dimostrano la tossicità di alimenti a cui eravamo abituati da sempre. Se avessero a cuore la salute dei cittadini e non le sorti dei consumatori farebbero un serio programma di educazione alimentare partendo dalle scuole, togliendo molti status symbol: è un lavoro utopico e lungo, ma così può continuare?
Il ragionamento è simile a: ti droghi? Non ti curiamo. E in situazioni di crisi come la nostra non siamo così distanti, se l’unica cosa che conta è far quadrare i conti – per necessità o perchè ci si prende la mano poi. Ma far quadrare i conti non sempre funziona: questo sistema dice che più bevo una bevanda zuccherata più contribuisco a dare soldi per la salute, per le mie cure in linea teorica; ma se mangio dodici chili di pasta al giorno non sto male comunque poi?
Uno stato che accoglie MacDonald’s non può portare queste leggi e continuare a ritenersi al servizio del cittadino. Ma tutto questo è parte di un certo capitalismo. Stiamo a guardare quando tasseranno la carne rossa e lasceranno gli allevamenti intensivi. Intanto paghiamo e sentiamoci meglio.
ANDREA NALE
per Wilditaly.net