Questa mattina sono andato sul sito del PD per leggere la cosidetta carta d’intenti (qui il link alla pagina) sulla base dei quali il segretario del PD si appresta a fare un primo giro di consultazioni con i potenziali partner del PD. Tre riflessioni, a caldo, su questo documento:
1) il PD, come tutte le forze politiche, deve partire da una operazione di analisi e verità su perchè siamo arrivati qui e siamo sull’orlo del baratro. Scrivere “Noi non crediamo all’ottimismo delle favole, quello venduto nel decennio disastroso della destra” è un falso storico. Non perchè non sia vero che l’ultimo decennio è stato perso ed è un disastro, ma perchè il PD ne ha governato un pezzo di questo decennio con il Governo Prodi 2. Se non si parte dall’analisi nel suo insieme con tutti i suoi fallimenti non si può uscire dalla crisi. E’ impossibile.
2) il tema fiscale (nascosto in quello del lavoro) è impostato in modo ideologico e non fattuale perchè non tiene conto di quello che è avvenuto in Italia negli ultimi 12 mesi sul fronte della tassazione dei patrimoni (IMU, IVIE, IVAFE, tassa di bollo, redditi finanziari). Nessun dogma su nulla, ma se non si parte da una operazione verità sugli sprechi di uno Stato organizzato ancora come se non ci fosse non solo internet ma nemmeno i PC si invertono le priorità e si ammazza “il cavallo”.
Sul debito la manovra da proporre è tagliare gli sprechi organizzando meglio lo Stato, facendolo uscire dal 900′, non parlare di nuove patrimoniali che non fanno altro che ammazzare i consumi anche solo al loro annuncio (generico tra l’altro…).
3) nel documento “mancano” – tra tante altre – le parole rischio, impresa, competizione, merito, doveri e start up. Anche qui si torna all’analisi sulle ragioni della crisi. L’Italia è cresciuta dove e quando è riuscita a mettere al centro chi rischia, chi studia, chi compete, chi fa impresa e non l’Italia dei diritti senza doveri e della rendita.
Se non si capiscono le ragioni della crisi – finita l’esperienza Monti – tormiamo spediti all’incubo di questo decennio passato. No grazie, non serve a nessuno.
twitter @actavecchio