MamboBersani e Renzi si comportino da statisti, sbagliano a regalare Monti ai moderati

Sia Bersani sia Renzi potrebbero rispondere alla disponibilità di Monti per il bis con un atteggiamento da veri statisti. Potrebbero dire: “è bene che il voto popolare dica qual è il partito o la c...

Sia Bersani sia Renzi potrebbero rispondere alla disponibilità di Monti per il bis con un atteggiamento da veri statisti. Potrebbero dire: “è bene che il voto popolare dica qual è il partito o la coalizione che ha i maggiori consensi dei cittadini, e che il leader di quella coalizione o di quel partito abbia il mandato di formare il governo, ma se lo spoglio dei voti dovesse indicare che non c’è una grande maggioranza siamo pronti a fare un passo indietro a favore di Monti e di una coalizione più larga”. Una dichiarazione di questo tenore avrebbe alcuni vantaggi. Il primo è che spiegherebbe ai cittadini che il voto non è inutile. Il secondo che renderebbe ancora attuali le primarie. Il terzo che risponderebbe ai dubbi internazionali con una presa di posizione responsabile. Il quarto che porrebbe Monti nelle condizioni di restare super partes.

Infatti, per far cenno solo a questo ultimo elemento, è assai forte il rischio che un certo numero di partiti faccia la campagna elettorale in nome di Monti acquisendolo come proprio leader informale. L’Italia è in una situazione peggiore di quella del ’92. La politica è assai più screditata di allora, più di allora è assente la prospettiva. Il Pd sostiene che gli scandali appartengono solo al campo avverso ma la pubblica opinione non la pensa così. Lo stesso Pd non è riuscito in questi mesi a dare di sè un’immagine convincente e il giovane leader che sembra affermarsi potrebbe spaccare il partito anche al di là della propria volontà.

Sull’altro piatto della bilancia abbiamo una figura istituzionale, rappresentata dal presidente del Consiglio, che ha un prestigio internazionale molto alto e gode di sondaggi favorevoli all’interno. Solo dei pazzi possono immaginare che una personalità che gode di tanto prestigio debba essere accantonata per far posto a personalità di minore rilievo. Molti sostengono che un nuovo incarico a Monti sarebbe un nuovo vulnus per la democrazia in quanto darebbe ancora una volta l’idea di una politica commissariata. In Italia la si dovrebbe far finita di gridare all’attentato alla democrazia ogni volta che prevalgono orientamenti contrari al proprio o quando si affacciano personaggi che non fanno parte della nomenklatura politica.

Monti è un valore aggiunto della democrazia italiana. Non sempre le sue scelte sono condivisibili, ma in questo momento stiamo parlando d’altro. Stiamo parlando della capacità di addensare su di sé le aspettative benevoli dell’opinione pubblica internazionale e interna. Nessuno è nelle sue condizioni. Neppure Renzi che sta facendo una campagna elettorale per le primarie trascinante ma che riguarda solo una parte della pubblica opinione. E neppure Bersani lo è in quanto è leader di un partito in affanno e in eterna crisi di leadership. Il Pd dovrebbe impedire che attorno a Monti si coaguli una coalizione di moderati e dovrebbe lavorare per tenerlo in riserva della repubblica. Ma per far questo Renzi e Bersani dovrebbero dichiarare di essere pronti a fare un passo indietro. Se si fanno scippare Monti, alla fine, quando dopo il voto dovranno accettarlo, si troveranno in condizioni di maggiore debolezza.

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