La campagna elettorale è partita a razzo e le forze di sinistra e di..centro sinistra si stanno danno battaglia sulle ricette da adottare per l’Italia del post Monti, mentre il Pdl invece continua a restare silente, in attesa che Berlusconi torni dalle vacanze e sciolga le riserve su una sua, ennesima, discesa in campo.
Dalla legge elettorale alla politica economica, non c’è nulla che unisca Bersani, Vendola, Casini, Di Pietro, Renzi, ma ciò nonostante c’è ancora qualcuno che li vorrebbe tutti insieme appassionatamente in una coalizione più simile ad un’armata Brancaleone che ad una squadra di governo.
L’unico aspetto su cui tutti concordano è che le elezioni 2013 saranno finalmente un ritorno alla democrazia, un momento per cancellare l’indegno commissariamento subito dal nostro Paese da parte dell’UE filo tedesca che ha consegnato il governo a dei professori non eletti dal popolo.
Ora, facendo due conti così al volo, la democrazia ci ha regalato (almeno ultimamente) vent’anni di berlusconismo spicciolo e, stando ai sondaggi dei vari Pagnoncelli&co., potrebbe consegnarci un M5S primo partito con, conseguente, incarico di governo (riuscite ad immaginare Grillo a colloquio da Napolitano per le consultazioni???). Se dovesse essere realmente così, forse non aveva proprio torto Churchill quando diceva che “L’argomento migliore contro la democrazia è una conversazione di soli cinque minuti con l’elettore medio”.
Proviamo a fare un piccolo gioco: sapete quelle pubblicità delle diete dove ci sono due foto affiancate, la prima con un uomo brutto a grasso a la seconda con un pezzo di marcantonio bello ed aitante? Ecco, ora modificatela e metteteci nella prima colonna Monti, e nel secondo riquadro Grillo. La pubblicità, in questo caso, non è una speciale pillola per dimagrire ma la democrazia: voi la comprereste con questi risultati?
Certo, non si possono rinviare le elezioni a vita; anzi è giusto, giustissimo che un governo sia eletto dai cittadini e no da istituzioni o privati stranieri, ma ciò non toglie che la democrazia possa, se non unita ad una buona dose di buon senso ed informazione, creare effetti più devastanti dell’attuale “dittattura comunitaria”.
Ecco perchè spero che, nel futuro immediato, partiti, scuole, media, università creino quei presupposti socio culturali per far si che i governi non siano eletti dal popolo, ma dai cittadini, che i prossimi governi non siano frutto di simpatie o antipatie televisive, ma di ponderate scelte programmatiche, che il voto non sia solo una forma di protesta ma di adesione, che la democrazia non sia solo quel mostro che abbiamo avuto in questi anni.