- Arriverà un giorno in cui, da seduta, non ti vedrai più l’inguine.
- Guardare un albero diventerà fonte di estrema tristezza, nella consapevolezza cosmica di un mondo difficile, pieno di solitudini, bisognoso di amore. Insomma: piangere sarà un po’ come lavarsi i denti: un’attività normale e quotidiana.
- L’odore di pino ti farà venire voglia di arachidi (o altre strane associazioni).
- Ti arrabbierai se ti chiederanno due volte se vuoi il parmigiano intero o già grattugiato.
- Penserai che la gente provi un piacere perverso a ricordarti tutto quello che non potrai fare dopo la nascita del bambino. Inclusi nella lista: dormire, lavarti i capelli, avere una vita sociale, avere una vita sessuale, levarti il pigiama prima delle 8 di sera. Probabilmente hanno ragione. Probabilmente hai ragione pure tu: sono dei sadici.
- Odierai parole come “ormai”. Sempre per il punto di cui sopra.
- Prima o poi qualcuno ti dirà: “Sei incinta, non puoi prendere l’aereo!”, pensando che sia qualcosa di divertente.
- La pancia è un catalizzatore di attenzioni.
- Anche le persone più care, per consolarti di fronte a qualche difficoltà, non troveranno di meglio che dirti: “Dopo sarà pure peggio”. Ma lo fanno con amore (speriamo).
- A un certo punto della gravidanza vorrai fare tante cose, ma l’unica che ti riuscirà bene sarà dormire (specialmente di giorno). Forse anche mangiare. E poi ti sentirai in colpa per entrambe e per non essere riuscita a combinare niente in una giornata intera.
Insomma, come dice (in preda a un pianto emotivo, mano sui reni e passo da papera) una mamma del film Cosa aspettarsi quando si aspetta:
“Volevo solo essere radiosa, come ti promettono sulle copertine di certe riviste. Beh, io lo dico: la gravidanza fa schifo, mettere al mondo un essere umano è veramente tosta. Non hai il controllo del tuo corpo, delle tue emozioni. (E poi al marito) Patatino, scusa, ma ho solo voglia di prenderti a pugni”.