Capitalismo e salameLa Merkel parla di mercati finanziari nemici dei popoli e la terra trema

Le dichiarazioni della cancelliera tedesca Angela Merkel hanno fatto tremare i mercati finanziari. Ieri sera, in una serata piovosa d’estate, la visione del film del 1948 La terra trema di Luchino...

Le dichiarazioni della cancelliera tedesca Angela Merkel hanno fatto tremare i mercati finanziari. Ieri sera, in una serata piovosa d’estate, la visione del film del 1948 La terra trema di Luchino Visconti mi è parsa poi premonitrice delle inaspettate dichiarazioni tedesche che questa mattina ho letto a grandi lettere sulla prima pagina del Sole 24 Ore.

La canceliera, in un convegno in Baviera, tra costumi tipici e grandi boccali di birra, ha affermato che «i mercati finanziari non sono al servizio del popolo. Non possono distruggere il lavoro della gente e i governi non possono essere alla loro mercé a causa del debito». Inoltre, durante il suo intervento  (nel corso del quale la Germania ha promesso «solidarietà» alla Grecia), la Merkel ha posto l’accento su come negli ultimi cinque anni la finanza ha assicurato grandi e lauti profitti solo a poche persone, a spese delle maggioranza.

I mercati finanziari come strumento di arricchimento per pochi potenti. Come i grossisti sfruttatori nell’opera di Visconti. Oggi come allora, «La storia che il film ci racconta è la stessa che nel mondo si rinnova da anni in tutti quei Paesi dove uomini sfruttano altri uomini».

«…Sti così l’àmu a spizzarri pi fforza! Cettu ca n’amminàzzunu! Cèccunu di pigghiàrini a paura! A ccui?… …A chiddi cchiù fissa di nuàutri ca ‘ncuminciano a travagghiari suli, l’autri si pigghianu di curaggiu e ‘nni vènunu appressu! E poi ‘nni dicinu grazie! ( ‘Ntoni sorride entusiasta della sua idea)».

(Questa situazione la dobbiamo rompere per forza! Certo ci minacceranno! Cercheranno di prenderci per paura. Ma a chi?… Ai più fessi di noi! Ma noi non dobbiamo metterci paura di loro. Non appena i primi di noi cominceranno a lavorare da soli, gli altri si faranno coraggio e ci verranno dietro! E poi ci diranno grazie! »).

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