La verità è che è tutta colpa di Colombo e Newton. Si stava così bene prima! Il mondo era piatto e aveva confini con le barche che incontravano il Purgatorio appena fuori lo Stretto di Gibilterra. L’universo era chiuso in sfere concentriche e Dio amministrava il tutto da buon burocrate. Prima è arrivato quell’italo-spagnolo con una sindrome ossessivo-compulsiva per la navigazione. Si è aperto un nuovo spazio, la terra è diventata rotonda, senza confini, anche se poi ci hanno pensato bene gli europei a ristabilirli. Poi è arrivato quell’altro, il matematico inglese, che con l’epifanica storia della mela ha rivoluzionato il modo di pensare l’universo. Hanno fatto un macello per dirla alla Koyré, il mondo è deflagrato in puro caos e il soggetto che viveva tranquillo e sereno nell’utero aristotelico è stato obbligato a uscire. Niente che abbia minacciato l’esistenza dell’uomo, piuttosto la sua salute mentale. La cura è consistita nel fare inconsciamente finta di consciamente credere che l’universo sia retto da leggi, assiomi, regole e postille. Funziona alla grande. Se non ci credete recatevi a Konigsberg, via del Soggetto Trascendentale 2, citofonare Kant.
La cosa che ti frega in tutto questo è che non si torna indietro, fare come Edipo non serve a nulla: andare a letto con Aristotele non risolverebbe alcunché, ti ritroveresti con un pugno di occhi in mano. Il trauma è fatto e, per dirla alla Mallarmé, il dado è tratto. Di fronte a tutto ciò c’è stato chi si domandava dove fosse dio e chi che fare? Ma mettersi a fare ste cose oggi pare sia soltanto un nostalgico e pericoloso anacronismo, come se la domanda possa avere una data di scadenza. Meglio un pensiero debole. Certamente la domanda di oggi è un’altra e la risposta è quella che sponsorizza il vivere senza idee spacciando democrazia globalizzata eco-sostenibile così come una volta si esportava Progresso, Fede e Civiltà verso i popoli del Nuovo Mondo. E’ la vuota ideologia del Consenso numerato e del Profitto calcolato dove il soggetto è contato senza che in realtà conti alcunché.