Hanno ragione diversi osservatori (Luca Ricolfi ed Enrico Zanetti su tutti) a denunciare il tono da propaganda di Berlusconi sulle questioni fiscali e la promessa di abolizione dell’Imu. Del resto, non sfugge a nessuno la stretta relazione tra propaganda (di Berlusconi, come di alcuni suoi oppositori) e disastro italiano di questi ultimi anni.
Per aggiungere qualcosa al ragionamento, faccio una proposta. Per fortuna è finita un’epoca: approfittiamone per dare meno spazio in televisione a battibecchi tra persone, propagande senza numeri e dati, polemiche noiose prima ancora di essere iniziate. La TV torni a fare inchieste e scoprire storie nuove, anche positive. Si apra a nuovi giornalisti che di polemica politica non sanno nulla, ma sono viaggiatori curiosi “nella società”.
Stiamo ai fatti anche in TV e nel dibattito giornalistico e intellettuale, e vedrete che lo spread nel giro di 5 anni torna a quota 100. L’Italia ha molti problemi, ma anche un sacco di energie. Bisogna incanalarle. Per farlo, serve che sui media nazionali e nei luoghi di confronto e dialogo trovino poste facce e teste nuove, capaci di discutere dei problemi veri, delle soluzioni verosimili fuori da schemi di palazzo. La lotta alla crisi, forse, parte quando si formano e si valorizzano competenze diffuse.
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