«Sto andando a Saronno a fare provviste di cibo biologico».
La signora, sull’ottantina, chiacchiera con una cinquantenne appena incontrata. Ha un giacca di lanetta, ‘ché la temperatura si è già abbassata e il cielo promette pioggia. La porta sopra una gonna verde scuro, con una borsetta da passeggio al braccio. Un filo di rossetto rosa le colora le labbra.
La stazione dei treni, in questo piccolo paese di provincia, è semi deserta.
«Mi piace nutrirmi in modo considerato. Mangio solo biologico», spiega, mentre oblitera il biglietto. «E infatti sono sana come un pesce».
Chiacchiera amabilmente l’anziana signora.
L’ascolto stranita a pochi passi di distanza. Reggo con entrambe le mani una frittata di patate avvolta in una busta di plastica.
Penso al messaggio che ho mandato ieri sera all’amico che sto andando a trovare:
“Cosa ne dici di un pranzetto low-cost? io porto le uova tu prepari la pasta?”
“D’accordo”, ha risposto lui, che si è concesso a fatica una giornata libera dal lavoro di freelance.
La frittata intanto si fredda tra le mani.