(a scrivere il primo post del nostro blog è la pendolare Cassandra, che pendola in Piemonte e conosce bene la Val di Susa.
Siamo in cinque più uno, a gestire questo blog. Tre pendolanti sui regionali (la Pendolare del Frusinate e Carla, abituali frequentatrici della Caserta-Cassino-Roma, e Cassandra) e tre viaggiatori di lunga percorrenza (la Viaggiatrice Julka, la Viaggiatrice Giulia e Franz J.), ormai arruolati dall’Alta Velocità. Trenitalia o Italo per loro non fa differenza, basta che il treno arrivi.
Ma bando alle ciance, il treno è in partenza. Accomodatevi sul vostro posto prenotato e fate scendere gli accompagnatori. Il viaggio ha inizio)
addì 24 settembre. si torna a pendolare con le solite routine.
non che la scorsa settimana non avessi ripreso, ma l’organizzazione anni ’50 della scuola italiana – la prima settimana di scuola viaggia sempre a tempo ridotto- (e i tagli alla spesa aggiunti ultimamente) mi ha imposto ritmi diversi: partenza alle 6,30 (il consorte si occupava della prole al mattino) rientro alle 13,10 (con treno delle 12,20).
oggi, invece, ho iniziato nuovamente a prendere il treno dopo. cambia orario, cambia popolazione pendolante. sul treno precedente ci sono per lo più lavoratori, abituati a viaggiare, voci soffuse, atmosfera ovattata. chi riesce dorme ancora un poco, gli altri leggono. pochi lavorano. il treno successivo (quello su cui viaggio io ora) è decisamente più rumoroso: risate, telefonate, racconti. ci sono molti studenti universitari, qualche impiegato, alcuni che vanno a fare commissioni/visite mediche in città e, oggi davanti a me, una mamma con un 4enne.
la madre coraggiosa sembra un’habituè: viaggia con uno zaino dal quale tira fuori le scarpe di ricambio per il pargolo. dopo essersi spogliata (qui hanno acceso i riscaldamenti, quindi abbiamo l’effetto sauna) e sistemata, tira fuori un libro: peter pan e inizia a leggere per il figlio e, meraviglia, fa pure le vocine!
e io immediatamente ritorno indietro nel tempo, quando anche io viaggiavo verso la città con gli eredi e leggevo, leggevo, leggevo. a voce alta, facendo le voci. e commentavo e rispondevo alle loro domande. non ho nostalgia ma un po’ di struggimento mi prende. e io ascolto con piacere la voce suadente che legge peter pan. e non mi dà neanche fastidio il loro parlare a voce alta. finché il piccolino urla alla mamma che sta sbagliando a leggere e che lui vuole sentire di capitan uncino. e la madre tenta di spiegare che non è ancora il punto in cui compare capitan uncino ma lui urla che no, che è la madre che si sbaglia. e il piccolo dagli occhi di angelo si trasforma in un despota urlante. un mostro. che si divincola e mi tira pure calci (che si è seduto davanti a me). passa la poesia e penso che sia meno piacevole, viaggiare con i bambini. poi si calma ma la magia è rotta. ed io inizio a scrivere questo post, così mi distraggo.