Foto: Lapresse. Vendola si taglia 50mila euro, l’opposizione attacca ma la Puglia resta a prova di Batman.
“Siamo ad un passaggio davvero drammatico della vita democratica del Paese, ciascuno è chiamato a dare un buon esempio. Mi si consenta di farlo in modo unilaterale, come un atto di responsabilità: io taglio il mio emolumento di altri 50 mila euro all’anno”. Mentre le Regioni illustrano a Palazzo Chigi la riduzione di 300 consiglieri da adottare con decreto d’urgenza e sanzioni per coloro che non si dovessero allineare in tempi brevi, Nichi Vendola scrive al Presidente del Consiglio regionale pugliese, Onofrio Introna, annunciando la decurtazione del proprio compenso. Non la prima, in verità, dal momento che aveva già operato un’altra sforbiciata, mentre dall’opposizione il Pdl apre il fuoco, derubricandola a semplice manovra elettorale: “Se, com’è praticamente scontato, dovesse candidarsi al Parlamento alle imminenti elezioni politiche, sarebbe chi gli succederà a pagare il conto della sua auto-propaganda”, accusa il vice presidente dell’Assemblea Nino Marmo, “alla sua indennità provvederebbero comunque gli Italiani senza alcuna decurtazione attraverso la Camera, se non il Ministero, di destinazione”.
Trasparenza, controllo di bilanci e risorse da affidare alla Corte dei Conti e una immediata e drastica riduzione fondi destinati ai gruppi consiliari, ha chiesto la pattuglia di presidenti guidata da Vasco Errani e Roberto Formigoni, anche lui sotto il pressing sottile della Lega per lasciare il Pirellone alle prossime Politiche. E dalla Puglia si sono già portati avanti con il lavoro: on line i bilanci di tutti i gruppi consiliari, rendiconto delle spese già al vaglio della Corte dei Conti e cifre a prova di supereroi mascherati di Gotham, senza arrivare alla bordata di Donna Adriana Poli Bortone, ex An e ora a Palazzo Madama per Io Sud, che all’indomani dello scandalo aveva attaccato a muso duro chiedendo un referendum per abolire in toto le Regioni: “Proliferazione incontrollata di centri di spesa”.
Mannaie referendarie a parte, per i gruppi del Palazzo di Via Capruzzi nel 2011 si sono spesi poco più di 700mila euro, destinati a scendere ancora, almeno nelle previsioni. Podio agli azzurri del Pdl con 163mila 700 euro, con 21 consiglieri, seguiti dai 135mila euro del Pd, che di consiglieri ne ha 16. E poi i 94mila di Sel, che però ne ha risparmiati 4mila, aggiungendoli ai 20mila di avanzo di cassa del 2010, e la “Puglia per Vendola”, che ne ha spesi 50mila, rispetto ai 58 disponibili. Dal partito di Di Pietro si fermano a 53mila euro, che diventano 62mila e 700 per “La Puglia prima di tutto”, lista dal logo arancione che elesse Raffaele Fitto Governatore, mentre i centristi dell’Udc si fermano poco al di sopra dei 50mila. Tutti gli altri scendono al di sotto di quella soglia. Dal Pdl e dal Pd hanno anche deciso di far meglio, e se i democratici hanno un avanzo di cassa da 33mila euro e ne hanno restituiti alla Regione già 13mila lo scorso aprile, dal Pdl, con quasi 85mila euro tra l’avanzo di cassa del 2001 e quello di amministrazione del 2010, si dicono pronti a fare lo stesso. “Purchè siano utilizzate per spese sociali e non finiscano in un unico calderone che alimenti spese improduttive, che ancora esistono in settori della Regione gestiti dalla sinistra”, aveva approfittato per una stilettata il capogruppo Rocco Palese, secondo più di un rumour in dirittura d’arrivo tra gli scranni della Capitale. Se non bastasse, la legge per i finanziamenti ai gruppi, poi, è datata 1994 ed ha addirittura le cifre in lire.
Non che, in quanto a sprechi, il Tacco dello stivale sia del tutto blindato: quali? Ce ne ha detto, in una chiacchierata, il presidente della Bat, la provincia a tre teste che Patroni Griffi ha definito “un pasticcio”, Francesco Ventola: “In un’ottica di ridimensionamento della spesa, si potrebbe pensare ad un soppressione di tutte quelle agenzie, consorzi ed enti presenti sul territorio, foraggiate lautamente con i soldi dei contribuenti”, chiosa l’ex primo cittadino di Canosa. “Ad esempio, questa estate mi sono imbattuto in una delle tante agenzie “inutili” presenti sul nostro territorio. E’ il caso dell’ARIF (Agenzia Regionale per le attività Irrigue e Forestali). Una agenzia che, formalmente si dovrebbe occupare di tutte le attività preventive contro gli incendi forestali ma che sostanzialmente fa ben altro”.
Agenzie a parte, che anche meriterebbero un approfondimento ad hoc, la macchina amministrativa è già in moto: sulla riduzione a 50 consiglieri, imposta dal Governo e che anche la Cassazione ha ribadito, c’è l’intesa bipartisan delle forze in campo, ed è in Commissione Affari Istituzionali la legge sul conflitto di interessi. Non ci sono benefit extra per i titolari degli scranni ed è pronto il passaggio al sistema previdenziale contributivo, il cui godimento è previsto al compimento del sessantesimo anno di età, così come il taglio dei vitalizi, approvato lo scorso dicembre ma attivo dalla prossima legislatura. “Uniformità di trattamento economico per i consiglieri regionali in tutta Italia”, chiede il Presidente dell’Assemblea Introna.
E mentre dentro e fuori dalla Pisana è già ripartito il totonomi per la successione a Renata Polverini, a fare da monito per tutti resta la frase di Giorgio Almirante: “Se ci sono i ladri vanno puniti severamente e se sono dei nostri vanno puniti due volte“.