Foto: Roberto Vergati. Sfide nazionali e maretta pugliese, l’attacco del centrodestra: in Regione c’è ancora la maggioranza?
Bari – “Pure i moderati sono capaci di essere estremisti”. A Nichi Vendola l’agguato dell’Udc in Consiglio regionale sulla legge per le energie rinnovabili proprio non è andato giù. Una per nulla innocua richiesta di verifica del numero legale nell’ultima seduta, in un momento in cui dal centro sinistra non potevano garantirla, e nulla di fatto: tutto rinviato al prossimo 18 settembre. Semplice defaillance? Se non fosse che il provvedimento, pur importante, sembra essere solo la punta di un iceberg. Prima di veleggiare per i mari nazionali, con il sindaco di Reggio Emilia Del Rio pronto a picconare, “Se l’Inghilterra ha fatto a meno di Tony Blair e la Germania ha fatto a meno di Helmut Kohl forse l’Italia potrebbe fare a meno di D’Alema”, il Governatore pugliese dovrà quietare una maretta tutta pugliese. E forse non solo.
Se il Rivoluzionario Gentile ha accusato i centristi di spostare “la contesa politica su un piano ritorsivo isterico e infantile”, i casiniani hanno risposto con una bordata vera e propria: “In questo momento non c’è più una maggioranza e mancano i numeri per governare”. Che un qualche ruolo lo abbiano avuto anche gli echi nazionali? Certo, Vendola con Casini è stato tutt’altro che leggero: “Quel che va chiesto è un progetto di modernità dell’Italia – ha ribadito da Venezia -, che abbia al centro i diritti di libertà delle singole persone e i diritti sociali. E penso che viverlo come domanda sociale non sia nelle corde di Pier Ferdinando Casini, che ha passato tutta la vita in campo neo conservatore e quindi mi sembra un difficile alleato per un percorso di alternativa, quando bisogna fare e costruire un tragitto fondamentale di cambiamento”.
Tuttavia dalla pattuglia in Via Capruzzi negano e rilanciano: “Le questioni nazionali non c’entrano. Il presidente Casini è in grado di difendere bene il partito da solo”, sgombrano il campo, prima di attaccare nuovamente: “La nostra intenzione è solo quella di richiamare il capo del Governo regionale ad un senso di responsabilità che è mancato negli ultimi due anni. Sin dall’insediamento nel 2010, infatti, il governatore della Puglia si è lasciato distrarre da altre questioni che certamente non riguardano gli interessi di questa regione”. A breve gli stati generali del centrosinistra proveranno ad ancorare Nichi alla tolda di comando della Regione fino alla fine del mandato, ma dall’opposizione di centrodestra, approfittando del varco, hanno già aperto il fuoco.
C’è chi lo accusa di star creando “le condizioni per una sua prossima partenza, isolando una maggioranza sempre meno auto-sufficiente”, ed aver “avviato una campagna elettorale in cui dovrà essere molto duro a destra per non scoprirsi troppo a sinistra”. Dal Pdl, invece, tentano l’affondo: “Riteniamo che se il Presidente Vendola intende dare un minimo di credibilità politica alle sue aspirazioni nazionali, abbia il dovere in primo luogo di rispondere ai pugliesi di quanto ha fatto in questi sette anni di Governo alla Regione”, e ne hanno anche per i democratici: “Non è più credibile oggi un Pd che, da partito di maggioranza relativa alla Regione Puglia, chieda al Presidente di occuparsi di più della Puglia, dopo essere stato con lui protagonista di una stagione politica fallimentare”.
Ed allora, sarà poi davvero casuale la tempistica del monito centrista, sempre più simile ad uno sgambetto? E che fine ha fatto quella sorta di “pax” in Consiglio tra maggioranza ed opposizione che aveva accompagnato gli ultimi provvedimenti all’insegna della responsabilità? Quanto contano i riverberi nazionali nell’aula di Via Capruzzi? Dalla costola pugliese del partito di Pierferdy allontanano qualsiasi trama: “Noi abbiamo solo esercitato quelle che sono le prerogative dell’opposizione chiedendo una verifica dei numeri e dimostrando con i fatti che c’è una maggioranza sfaldata e che non riesce ad essere compatta a causa delle continue assenze e distrazioni del suo presidente”. E con un’accusa del genere le acque sembrano destinate ad incresparsi ancora.