Sul sito del New Tork Times è apparso un piccolo video di Casey Neistat, video maker che vive nella Grande Mela e distribuisce i suoi lavori direttamente sul web. Nel video girato per il giornale USA, Casey cerca di spiegare perché secondo lui la tassa sulle bibite zuccherate era una buona idea. Potete vederlo qui.
Lasciamo da parte il discorso, sollevato anche nei commenti a questo blog, sull’opportunità o meno di spremere ancora una volta le tasche degli italiani. Il punto è se uno stato, sia esso quello di New York, l’Italia o chiunque altro ha il dovere di cercare di indirizzare il comportamente dei propri cittadini quando i rischi per la collettività sono gravi. Con i tassi di obesità e sovrappeso crescenti (con velocità diverse da una parte o l’altra dell’oceano, ma comunque indirizzate nella stessa direzione), lo stato ha il dovere o la facoltà di tentare di porre dei limiti?
Mi viene in mente il baillame causato dall’introduzione del limite di alcolemia nel sangue per potersi mettere alla guida. Ci furono sommovimenti popolari che trovavano ingiusto che si limitassero, in quel caso, “tradizioni culturali” di un territorio. Allora lo Stato, con un governo diverso da quello tecnico di oggi, decise di intervenire per cercare di limitare il numero di incidenti stradali delle tristemente note stragi del sabato sera. Quando la proposta divenne legge, ci fu chi protestò perché le pattuglie erano artatamente posizionate poco fuori dai locali notturni, mietendo fior fior di multe che andavano a riempire le casse dei comuni. Lo stesso si disse quando vennero introdotti i sistemi di rilevamento laser per la velocità in auto: i comuni facevano cassa.
Nel caso delle bibite zuccherate, come spiega il video di Casey Neistat, la libertà di comperare lo stesso quelle bibite (dai noi non è stata proposta una dimensione massima per le bibite in vendita): è una libertà personale. Lo scopo è solamente cercare di disincentivare un comportamento, per quanto legittimo, che ha conseguenze negative per la singola persona e per la comunità (vedi qui). Lo stesso scopo che si cerca di raggiungere con limiti di velocità e di alcol nel sangue quando ci si mette alla guida. Se sono accettabili e corretti quei limiti, allora non è così fuori dal mondo tassare l’acquisto delle bibite zuccherate. Poi, ripeto, a ognuno di noi può non piacere quel limite, la il problema del girovita degli italiani, come il rischio di morire se ti metti alla guida ubriaco o superi i limiti, è ben reale e quantificabile. (marco boscolo)