Città invisibiliAleppo, (anche) la cittadella è in pericolo

Le guerre provocano morti di Persone innocenti e riducono in macerie il costruito. Senza distinzione. Spesso rischiando di fare tabula rasa anche di un glorioso passato, non soltanto di un ignomini...

Le guerre provocano morti di Persone innocenti e riducono in macerie il costruito. Senza distinzione. Spesso rischiando di fare tabula rasa anche di un glorioso passato, non soltanto di un ignominioso presente. Proprio come accade in Siria, ad Aleppo, la capitale economica del Paese prima dell’esplosione del conflitto. Lì, alcuni giorni fa, le forze ostili a Bashar al Assad hanno lanciato quella che nei loro piani avrebbe dovuto essere l’offensiva finale per conquistare la più grande città della Siria. Il risultato inferiore alle aspettative. Deludente per gli assalitori, ma drammatico per gli osservatori. Perché ad essere colpiti sono stati i souk, dedali di vicoletti costellati di negozi di ogni genere, un tempo tra le principali attrazioni turistiche, situati in un posto diventato strategico. Al di sotto della cittadella da dove i militari e i cecchini di Assad colpirebbero. Insomma sempre più in pericolo risulterebbe la cittadella fortificata della città, la Qalah. Già deturpata il passato 9 agosto quando gli uomini del Presidente riuscirono ad espugnarla penetrando dalla porta medievale. Sbriciolata da un mortaio. Qui, prima dei militari di Bashar, sono passati i conquistatori di imperi celebri ed effimeri. Da Alessandro il Grande al nipote di Gengis Khan, da Tamerlano a Saladino. Senza contare che le armate cristiane tentarono di strapparla ai Mamelucchi ma vennero respinte, perdendo la Terza crociata.
Imponente e affascinante la fortezza fu costruita nel decimo secolo su rovine millenarie dal principe hamdanide Seif al Dawla e cadde soltanto duecento anni dopo con le invasioni dei mongoli. Aleppo era la terza città del mondo musulmano. Una tappa fondamentale sulla via della seta.
Sull’altura dell’acropoli costruita una prima volta da un generale di Alessandro Magno, ora c’è un museo dove una targa, con la data del 28 agosto 2008, ricorda che il restauro della Qalah fu terminato dall’Aga Khan, capo spirituale degli ismailiti. In questo sito, patrimonio dell’Umanità, dal quale si può ammirare il labirinto di cupole, moschee, tombe di santi e uomini illustri, nel 1996 è stato scoperto un tempio dell’Età del Bronzo. Fino a poche settimane fa la fortezza con i suoi tesori era intatta. Gli unici danni visibili erano quelli provocati dall’ultimo terremoto. Al loro posto, “in salute”, il Palazzo reale dopo il recente restauro che ha riportato allo splendore originario la sala del trono con le decorazioni policrome e gli arredi. Allo stesso modo dei leoni hittiti di basalto e i draghi, a guardia di torrioni e camminamenti.
Tra le testimonianze di una storia millenaria c’è anche la tomba di Husayn Al Khasibi, che si pensava perduta. Ed invece si trova qui, dal 969, nascosta alla vista del pubblico. L’uomo che ha cambiato il corso di quella storia, cambiando le vicende della Siria. Il codificatore di una nuova religione sincretica, lo scrittore di libri iniziatici sulla trasmigrazione delle anime.
Tutto questo, i tesori noti e quelli a lungo obliterati, sono lassù all’interno della cittadella circondata da un profondo e largo fossato. Minacciati non soltanto dagli assalitori, da fuori, ma anche dai difensori che sono al suo interno. Il Pianeta rischia di veder radere al suolo uno dei suoi tesori.

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