The Brain that DrainedBlocco dello scrittore: dialogo tra una procrastinatrice e il suo aguzzino interiore

- Dico, ti rendi conto che saranno più di dieci giorni che ti hanno aperto il blog su Linkiesta.it e tu non ci hai ancora postato niente?-  ...- Ignorarmi non ti aiuterà, e metti giù le mani dalla ...

– Dico, ti rendi conto che saranno più di dieci giorni che ti hanno aperto il blog su Linkiesta.it e tu non ci hai ancora postato niente?

– …

– Ignorarmi non ti aiuterà, e metti giù le mani dalla bottiglia del prosecco. Ti ricordo che sono una voce dentro la tua testa, non è che se bevi me ne vado.

– Ah! Questo lo so, anzi, se bevo sei ancora più insopportabile. La mia mente obnubilata comincia a farti parlare, chessò, con accento friulano o a darti la voce della mia professoressa del ginnasio. Comunque, non sto procrastinando, sto pensando. C’è una bella differenza.

– Lo chiami così passare il tempo a fissare quell’ampio riquadro vuoto lì dove dovrebbe esserci il tuo primo post e darti gli schiaffetti da sola?

– Pensavo che qualsiasi mia iniziativa auto-flagellatoria ti avrebbe trovato favorevole al 100%

– A me piace quando ti flagel…ahem, quando prendi coscienza dei tuoi limiti dopo aver fatto una minchiata, mica prima. Sennò, il tuo flagellarti è solo l’alibi dell’inazione e del sabotaggio.

– Sabotaggio! Mi fai morire quando usi quel linguaggio da seduta di counselling motivazionale. Ma possibile che l’unico aguzzino interiore con la fissa della terapia cognitivo-comportamentale dovesse toccare a me?

– Insomma, invece di farti beffe del mio approccio metodologico, mi spieghi cos’è che ti trattiene?

– … [mormorio inudibile]

– Eh? Non ho sentito niente

– Sto aspettando che mi venga in mente un signor post, un super-post, il post dei post, il post piglia-tutto, the post to end all posts, insomma hai capito che voglio dire?

– Sì, ho capito che qui possiamo anche chiudere bottega. E nell’attesa continui ad aggiornare il blog di sempre, ma che senso ha?

– Ma non lo vedi? Questa è la cameretta mia, ci sta il mio header che ho rubato a qualcuno su Google Images, ci stanno i miei colori preferiti, il mio blogroll con il nome di tutti coloro che ho fatto oggetto di quotidiano infaticabile stalking. Ci stanno tutte le mie cosucce, i miei dialoghi con te, le mie elucubrazioni oziose, le mie velleitarie rêverie, le mie spocchiose invettive, le discese ardite e le risalite…Vedi, io qui scrivevo tranquilla, perché stavo a casa mia, e se uno non mi voleva leggere non ci veniva proprio. Invece là…

– Invece là se non ti vogliono leggere non ti leggono uguale

– Spiritoso. Invece là, chi mi conosce? Nessuno! E se qualcuno ci capita per caso, mi legge e poi dice certo, questi de Linkiesta stanno proprio inguaiati? È una responsabilità

– Ti devo confessare una cosa

– Cosa?

– Siccome non prendevi iniziative, questo post che hai appena scritto per metterlo qua, io l’ho messo pure di là

– CHECCOSA?? Ma sei impazzito? E poi come hai fatto scusa? Sei una voce nella mia testa e checcacchio, che hai fatto sei entrato nel Matrix? Non ha senso!

– Basterà dire che ho i miei metodi…uno dei tanti trucchetti che ho imparato negli anni per aggirare le tue sciocche resistenze fancazziste

– Oddio…Ma questo non è il post dei post. Questo non va bene! Cancella, anzi spegni tutto, Ctrl+Alt+Delete, Ctrl+Alt+Delete…cazz…

– Saluta, fai ciao con la manina che ci stanno guardando

– Dici? Secondo me non c’è mica nessuno…

– E sorridi, per la miseria

– Uhm…Benvenuti!

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