Indovina chi viene a cena?Compiti a casa per i progressisti: cittadinanza, unioni di fatto, religioni

A meno di imbarazzanti suicidi politici come nel 1994, quando a pochi mesi dalle elezioni ed a un passo dalla vittoria i progressisti riuscirono  a farsela scippare dalla sgangherata e strana coali...

A meno di imbarazzanti suicidi politici come nel 1994, quando a pochi mesi dalle elezioni ed a un passo dalla vittoria i progressisti riuscirono a farsela scippare dalla sgangherata e strana coalizione capitanata da Berlusconi, toccherà al centrosinistra governare il Paese nei prossimi anni. Ci sono molte analogie tra l’attuale coalizione di centrosinistra e l’allora gioiosa macchina da guerra di occhettiana memoria. Innanzitutto, come allora, tutte le forze che compongono la coalizione si dichiarano di “sinistra”. Negli anni in cui il centrosinistra fu chiamato a governare-dalle coalizioni botaniche( Ulivo), passando per il triciclo, finendo( nel senso letterale, cioè suicidandosi) con l’armata brancaleone( l’Unione)- il peso delle forze di centro nelle coalizioni di centrosinistra si è fatto sentire soprattutto sull’immobilità delle politiche inerenti ai diritti civili che sono tanto assenti in Italia e fanno sembrare il nostro un Paese arretrato rispetto agli altri Paesi europei. Ora, in caso di vittoria, si aprirebbe una grande occasione per dotare l’Italia di politiche avanzate sui diritti civili. Io auspico nuove politiche avanzate e progressiste su almeno tre grandi questioni.

Il primo grande tema è la legge sulla cittadinanza. In Italia risiedono ormai più di quattro milioni di immigrati regolari, di cui i due terzi hanno tra i 18 e i 35 anni, e costituiscono ormai quasi il 6,5% della popolazione residente, e producono una larga fetta del nostro prodotto interno lordo. A fronte di questo grande contributo sociale, culturale ed economico da parte di questi nuovi cittadini, non c’è una apertura nel campo dei diritti. Cosa dovrebbe fare, a mio avviso, una coalizione progressista su questo tema? Innanzitutto cambiare i criteri di acquisizione della cittadinanza in Italia, cioè passare dall’arcaico Ius sanguinis (cittadinanza concessa per diritto di sangue) allo Ius soli( concessione della cittadinanza a chi nasce sul suolo italiano), magari temperato, cioè ai bambini nati nel nostro Paese che hanno almeno un genitore con un permesso di soggiorno regolare da cinque anni. Inoltre, ai ragazzini stranieri che vivono in Italia, bisognerebbe facilitare l’acquisizione di questo diritto, dopo il compimento di un ciclo scolastico, non facendoli aspettare il dicottesimo anni di età. E’ lapalissiano che chi vuole diventare cittadino del nostro Paese deve sposare i valori della nostra Costituzione.

Il secondo grande tema riguarda le unioni civili. In Italia non esiste una legislazione effettiva sulle coppie di fatto. Il nostro Paese discrimina i cittadini che non vogliono contrarre il sacro vincolo del matrimonio, soprattutto questo vuoto legislativo è dovuto dal fatto che non si vuole affrontare il tema dei matrimoni tra persone dello stesso sesso per paura di fare arrabbiare certi ambienti di potere che hanno spinte tendenze omofobe. Per fortuna la società è cambiata e in larga parte ha capito che la discriminazione legislativa nei confronti degli omosessuali è qualcosa di imbarazzante di cui, da italiani, ci dovremmo vergognare, anche perché, ogni Paese europeo che si rispetti si è dotato di una legislazione avanzata sulle coppie di fatto. In Spagna sono ammessi i matrimoni gay, in Germania si chiama convivenza registrata, in Francia vengono denominati Patti Civili di Solidarietà(pacs). Il prossimo probabile governo di centrosinistra dovrà dotarsi di una legge seria come questi grandi Paesi europei e al passo con i tempi. Il futuro governo di centrosinistra non dovrà azzardarsi di partorire obbrobri quali i DICO. Per intendersi.

La terza ed ultima grande questione riguarda l’ora di religione. In Italia l’ora di religione è denominata Insegnamento di Religione Cattolica. Tale insegnamento, che per fortuna dal Concordato del 1984 non è più obbligatorio ma facoltativo, nega nei fatti l’insegnamento delle altre religioni a scuola. Un governo di centrosinistra potrebbe cercare di trasformare questa ora di religione, ormai obsoleta perché ormai in ogni grado ed ordine delle scuole italiane vi sono ragazzi che professano una pluralità di credi, in storia delle religioni. Per permettere ai ragazzi di conoscere ed apprezzare queste nuove culture che si affacciano nel nostro Paese. Anche perché, per sconfiggere il rigurgito di razzismo, antisemitismo, di violenza contro i Rom, bisogna promuovere la conoscenza della pluralità delle vecchie e nuove religioni.

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