Hanno visto rosso gli studenti scesi in piazza contro tagli e riforme. L’ideale politico però in questo caso non centra niente, il rosso in questione è quello del sangue. Una situazione cromatica atipica per gli studenti che fino a questa mattina erano abituati a quello della penna della professoressa, di rosso a scuola vengono sottolineati gli errori ma ribellarsi per i propri diritti non lo è affatto.
Puntuale arriva l’incongruenza dei numeri: 5 contusi e 15 fermati (tra cui gli stessi contusi) secondo la questura di Torino, 30 invece i ragazzi finiti sotto i manganelli delle forze dell’ordine secondo quanto riportato dal portavoce del Ksa (Kollettivo Studentesco Autonomo) Daniele Mirandola: «Abbiamo riportato 30 contusi per caduta a terra e due feriti a causa delle manganellate e delle cariche della polizia. Una ragazza di 19 anni e un ragazzo di 16 hanno subito ferite lacero-contuse alla testa e sono andati in ospedale, dove sono stati medicati».
Vedendo le immagini in televisione la mente è tornata a quattro anni fa quando il compianto (mica tanto) Francesco Cossiga consigliava a Maroni (allora ministro dell’interno) la sua ricetta democratica. Ve la propongo, vedere il sangue mi fa sempre un brutto effetto e per riprendermi mi ci vuole qualcosa di forte: “Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero ministro dell’Interno. (…) Lasciarli fare (gli universitari, ndr). Ritirare le forze di Polizia dalle strade e dalle Università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di Polizia e Carabinieri. Nel senso che le forze dell’ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano. Soprattutto i docenti. Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì… questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l’incendio”.
Nella foto scontri tra studenti e Polizia a Torino (Ansa)