Del non voler scrivere:
– Perché siamo un popolo di scrittori, abbiamo tutti un romanzo nel cassetto ma i libri non li legge più nessuno.
– Perché dopo Foster Wallace/James Joyce/Gaio Petronio Arbitro/ Autore che dopo di lui il diluvio a scelta, non è rimasto più niente da scrivere, è stato già detto tutto.
– Perché scrivere non dovrebbe essere un lavoro ed è più dignitoso zappare la terra, allora nel dubbio meglio non scrivere (e non zappare nemmeno la terra).
– Perché umilia essere l’ennesimo Wannabe, aspirante autore di provincia/di città/del nord/ del sud/ trentenne/donna/pensionato/soggettività umiliante a scelta.
– Perché se non si sa scrivere come William Faulkner/Cristina Campo/ Tommaso Landolfi/ inarrivabile autore a piacere, il buon gusto impone di non scrivere nemmeno una riga.
– Perché non si tollera si dover prostituire il proprio genio visionario piegandosi ai diktat dei farisaici professionisti dell’editoria italiana.
– Perché non si tollera di dare in pasto il proprio genio visionario a orde di casalinghe/studenti del DAMS/maestri d’asilo/ radical-chic/ categoria oggetto di snobismo a scelta.
– Perché il farisaico mercato dell’editoria italiana investe solo sul romanzo, mentre l’unico genere narrativo ancora dotato di una qualsivoglia onestà intellettuale è il racconto in versi.
– Perché non si vuole certo far parte di quel decadente e insensato culturame che non vive come la gente normale che la mattina prende il treno alle 7.20.
– Perché non si vuole certo far parte di quell’incestuoso culturame dei salotti e dei premi letterari, che è tutto ‘na camurrìa.
– Perché non si vuole certo far parte di quel provincialissimo e becero culturame che si parla addosso e scrive libri dove non compaiono mai gli extracomunitari o gli elettrauto di Roma Est.
– Perché non si vuole certo far parte di quel culturame rapace e finto-impegnato che vampirizza le esistenze degli extracomunitari e degli elettrauto di Roma Est dall’alto del proprio atticuccio a Monteverde.
– Perché la forma romanzo/poema epico/racconto lungo/novella/saggio/elzeviro/blog post/ haiku è esaurita, essendo divenuta ormai il locus dell’inutile esistenzialismo, del solipsismo erudito, dell’autoreferenzialità intollerabile.
– Perché è inutile scrivere un libro adesso che c’è Amazon/c’è la fine del mondo profetizzata dai Maya/ internet ci ha reso tutti cretini/gli unici che vendono sono quelli che vanno da Fazio.
– Perché è inutile scrivere un libro se poi l’extracomunitario o l’elettrauto di Roma Est non lo legge.
– Perché.
– …
– Perché?