Rosario Crocetta, sostenuto da: La rivoluzione è già iniziata, Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro (U.D.C. Unione di Centro), Movimento Politico Crocetta Presidente, Unione Democratica per i Consumatori.
Classe 1951, nasce a Gela l’8 febbraio. Dopo il diploma come perito chimico lavora per diversi anni con ENI, girando il mondo.
Negli anni ’80 collabora con diverse testate giornalistiche, quali Il Manifesto, l’Unità e Liberazione.
Sempre attaccato alla politica di Sinistra, aderisce dapprima al PCI e poi a Rifondazione, con il quale diventa assessore alla cultura nel comune di Gela nel ’96. Nel ’98 migrerà nei verdi, impegnandosi in temi ambientali e nel 2000 ritorna nel Partito dei Comunisti Italiani.
Nel maggio del 2002 si candida e vince, dopo un ricorso che diede ragione a Crocetta, la carica di Primo Cittadino del comune di Gela. Autodefinitosi “Sindaco Antimafia”, si fa portatore di tutte le iniziative atte a combattere la criminalità organizzata nella sua città. Dalla presenza di carabinieri durante l’assegnazione degli appalti pubblici all’allontanamento dal comune di tutte quelle persone vicine a uomini di mafia. A causa di queste sue iniziative, Crocetta fu uno degli obiettivi più “appetibili” per attentati da parte sia della Stidda, che di Cosa Nostra Gelese. Per questo motivo, sin dal 2003 – primo attentato sventato – gli viene assegnata la scorta. Nel 2008, questa viene raddoppiata dopo l’esito di un’indagine che delinea il progetto di uccisione del Sindaco da parte di Cosa Nostra, e anche nel 2010 la DDA riesce a sventare un nuovo attentato.
A fine mandato, nel 2007, si ricandida e viene riconfermato con un plebiscito al 65%.
L’anno successivo è designato come Assessore ai lavori pubblici dalla candidata dei democratici alla Presidenza della Regione Sicilia, Anna Finocchiaro, che non sarà eletta.
Nel 2009 si candida alle elezioni europee nella circoscrizione Italia insulare nel PD e viene eletto con 150mila voti. Questa carica la detiene ancora oggi.
Crocetta è stato il primo sindaco italiano dichiaratamente omosessuale.
Se proprio gli va trovato un difetto, potrebbe essere il fatto che per cambiare la Sicilia, ha deciso di allearsi con l’Udc che candidando Cuffaro come Presidente per due mandati, ha contribuito a gettare ulteriormente la regione nel dissesto finanziario.
Nello Musumeci, sostenuto da: Per Musumeci presidente, Il Popolo della Libertà Musumeci Presidente, Cantiere Popolare, Nello Musumeci Presidente, Alleanza di Centro
Nato a Militello in Val Catania il 21 gennaio 1955, Nello Musumeci si da subito alla politica. A 15 aderisce alle file di “Giovane Italia” del MSI. A vent’anni diventa consigliere del suo comune. A 32 viene eletto consigliere Provinciale nel MSI per la Provincia di Catania, carica che tiene dal ’90 al ‘93.
Nel 1994 si candida e vince le elezioni per la Presidenza della Provincia di Catania. Resterà Presidente per due mandati, fino al maggio del 2003. Nello stesso periodo, ma con una legislatura in più, è eletto al Parlamento Europeo nelle file di Alleanza Nazionale. A Bruxelles sarà presente dal ’94 al 2009.
Nel 2006 tenta la scalata alla Regione Sicilia candidandosi in protesta contro il suo partito che appoggiava Totò Cuffaro, già rinviato a giudizio per concorso esterno (oggi in carcere per una pena da scontare di sette anni). Ma Musumeci prende solo il 5%.
Nel 2007 è tra i fondatori de “La Destra” assieme a Storace e lascia AN e l’anno successivo prova a conquistare il comune di Catania, finendo però al secondo posto col 25% dei voti.
Il 15 aprile 2011 viene nominato, da Silvio Berlusconi, sottosegretario di Stato al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, carica tenuta sino alle dimissioni del Cavaliere.
Il 22 Agosto 2012 annuncia la sua candidatura alla Presidenza della Regione Sicilia, alla guida della coalizione di centrodestra.
Oltre a darsi alla politica, Musumeci ha insegnato all’Istituto superiore di giornalismo di Acireale e ha collaborato con l’ISSPE, l’Istituto siciliano di studi politici ed economici di Palermo e lavora all’interno del Gruppo Unicredit.
Giovanna Marano, sostenuta da: Libera Sicilia, Claudio Fava Presidente, FDS, SEL, Verdi, Italia dei Valori – Lista Di Pietro.
Una candidatura strana, quella della sindacalista Fiom 53enne di Acireale. Proprio strana. Se non altro per il fatto che lei non ci pensava proprio di candidarsi. Il candidato alla presidenza era Claudio Fava (attuale candidato alla vice presidenza) il quale ha dovuto rinunciare per un cavillo burocratico (ha fatto il cambio di residenza, da Roma alla Sicilia, fuori tempo massimo). Davanti all’incubo di sostenere Crocetta, Ferrero, Vendola, Di Pietro e Bonelli hanno subito trovato il “rimpiazzo”. Ed eccola quindi, Giovanna Marano, catapultata in trincea, pronta a sgomitare per conquistare la poltrona di Presidente, per “liberare finalmente la Sicilia”.
La Marano, comincia a lavorare da giovanissima. Nel 1983 è infermiera professionale presso l’Ospedale Cervello di Palermo. Occupandosi per diverso tempo di sanità, nel 1990 comincia a dedicarsi alla rappresentanza e alla difesa dei lavoratori. Nel ’95 viene eletta segretario regionale della Cgil. Con la fine degli anni ’90 e gli anni 2000 alle porte, Giovanna si schiera apertamente contro l’istituzione dei CIE in Sicilia e per la tutela dei diritti umani.
Nel 2003, diventa segretaria generale della FIOM siciliana seguendo – tra diverse vertenze sindacali – quelle della Fiat di Termini. Una volta terminato il suo incarico alla segreteria, il 7 luglio 2012 viene eletta presidente del comitato centrale della Fiom nazionale.
Giancarlo Cancelleri, lista Movimento 5 Stelle
Probabilmente il più facile da raccontare, nel senso che non ha alle spalle altre grosse esperienze politiche, se non nell’attivismo.
Classe 1975 e nato a Caltanissetta, si diploma all’istituto tecnico per geometri “L. Da Vinci” nel 1995 e dal 1998 lavora come magazziniere in una ditta Metalmeccanica della città Nissena. Nel 2007 viene promosso come geometra nell’ufficio tecnico della stessa azienda.
Nel 2007 inizia la sua avventura da attivista. Prima si ribella al caro bollette costituendo un comitato con altri cittadini di Caltanissetta. Aderisce poi al 1° V-Day a Bologna, dalla quale esperienza nasceranno i “Grillini Nisseni”, confluiti poi nel M5S di Caltanissetta.
Partecipa attivamente, ma senza candidarsi, alle elezioni Regionali del 2008 con la lista “Amici di Beppe Grillo” e, lo stesso anno, aderisce anche al 2° V-Day a Torino.
Nel 2009 partecipa alle elezioni comunali di Caltanissetta con la lista civica “Grillini Nisseni” ma senza risultati.
Fondatore nel 2010, assieme ad altri cittadini, del comitato “Scorta Civica”. Nata da una manifestazione di piazza, che ha visto la partecipazione di più di 3000 persone e l’interessamento di Sandro Ruotolo che ha portato l’evento in prima serata su AnnoZero, il comitato si pone come obbiettivo quello di supportare i magistrati minacciati dalla mafia. A seguito della portata nazionale dell’evento nascono nuove Scorte Civiche in varie città d’Italia e nel 2012, la Scorta Civica di Caltanissetta, riceve il premio Pippo Fava per l’impegno civico.
Gianfranco Micciché, sostenuto da: Presidente Miccichè, Grande Sud Miccichè, Partito dei Siciliani – MPA, Futuro e Libertà per L’Italia – Nuovo Polo per la Sicilia, P.P.A. Partito Pensiero Azione – Piazza Pulita.
Nasce a Palermo, il 1° aprile del 1954.
Dopo essere stato Dirigente dell’IRFIS siciliano (Istituto regionale per il finanziamento delle industrie) per 11 anni, ne l’84 entra in Publitalia ’80 , grazie alla sua vecchia conoscenza Dell’Utri, il quale lo presenta a Berlusconi. Nel 1993, entra in politica con Forza Italia e diventa coordinatore regionale del partito nella sua Sicilia.
Nel 1994 entra alla Camera e diventa sottosegretario di Stato al Ministero dei Trasporti e della Navigazione. Verrà riconfermato anche nel 1996 per un altro mandato di 5 anni. Nel ’97 si candida a sindaco di Palermo per il Polo della Libertà ma viene sconfitto dall’attuale sindaco Leoluca Orlando.
Rieletto alle consultazioni politiche del 2001, diventa vice-ministro dell’Economia con delega allo sviluppo del Mezzogiorno ed ai rapporti con l’Unione Europea e con le Regioni.
Dal 23 aprile 2005 al 17 maggio 2006, ricopre l’incarico di Ministro dello Sviluppo e della Coesione territoriale.
Rieletto per la quarta volta a Montecitorio nel 2006, lascia il suo scranno per diventare deputato regionale e poi Presidente dell’Assemblea regionale.
Nel 2008 vuole candidarsi alla Presidenza della Regione, ma Berlusconi e Alfano lo convincono a desistere e a sostenere Raffaele Lombardo, promettendogli in cambio un bel posto nel governo. Il 12 maggio viene nominato sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega al Cipe.
Il 12 ottobre 2010, dopo numerosi dissidi con Lombardo e con Berlusconi, Micciché fonda il suo partito “Grande Sud”.
Il 28 agosto scorso, annuncia finalmente la sua candidatura alla Presidenza della Regione Sicilia.
Micciché non risulta essere mai stato indagato dalla Procura di Palermo per vicende di mafia: solo un’indagine, nel ’96, per le fughe di notizie sull’inchiesta a carico di Dell’Utri (l’accusa di favoreggiamento è stata poi archiviata). È vero però che, nel 1998, i magistrati avevano delegato alla Dia (Direzione Investigativa Antimafia) una serie di accertamenti su di lui, su suo fratello Guglielmo (attuale vicepresidente del Palermo Calcio) e su suo padre Gerlando, ex direttore generale del Banco di Sicilia.
Alla base di tutto, le dichiarazioni di due collaboratori di giustizia: Lorenzo Rossano e Gioacchino Pennino. Il primo sostiene che Gianfranco Micciché, per le elezioni del 1994, aveva goduto dell’appoggio di personaggi legati a Cosa Nostra. Il secondo invece illustra il ruolo di favoreggiatori dei fratelli Graviano (i boss del Brancaccio condannati per le stragi) ricoperto da alcuni esponenti della borghesia palermitana, abituali frequentatori di Guglielmo Micciché sulle piste dell’ippodromo di Palermo (Guglielmo è un driver di trotto dilettante). Dall’inchiesta risulta che questi personaggi avevano cambiato, in un’agenzia bancaria diretta da Guglielmo Micciché, 25 milioni di lire in contanti in assegni circolari. E che i titoli erano poi stati utilizzati dai favoreggiatori dei Graviano per affittare una villetta in Versilia nell’estate del 1993. L’indagine è stata poi archiviata.
L’8 agosto del 2002, un’informativa dei Carabinieri, tira in ballo Micciché, il quale pare si facesse recapitare periodicamente della cocaina presso il suo ufficio al Ministero delle Finanze. L’informativa, era successiva a diversi riscontri di testimoni, di registrazioni audio visive. Dai filmati si vede come il corriere (o presunto tale) Alessandro De Martino, entrasse indisturbato nel Ministero senza mostrare alcun documento, senza passare alcun controllo. Micciché ha sempre smentito tutto quanto, sostenendo che all’interno delle Forze dell’Ordine ci sono “elementi deviati”.
GIAMPAOLO ROSSI e MATTEO MARINI
per Wilditaly.net