Sono arrivata alla prima lezione del corso pre-parto con un po’ di anticipo. E un po’ di eccitazione, pure.
L’ostetrica ci aspettava dietro un portatile su cui era pronta una presentazione in PowerPoint. Una donna bassina, un po’ robusta: nel mio immaginario (assai profano!) aderiva perfettamente al tipo giusto e rassicurante che può farti partorire qualsiasi cosa. Bene, mi sono detta.
Meno in linea con le mie aspettative, invece, l’unica “collega” di corso. Ecco, pensavo, considerata l’età media delle mamme italiane sarà una signora verso gli “anta”, magari faccio la mia bella figura di mamma giovane e sprint. Beh il “sogno” è durato molto poco. Si è infranto sulle gambe chilometriche di una 25enne brasiliana (che chiameremo mamma C.), per la quale la attempata signora italiana ero senz’altro io (e perché mi sono messa questo vestito così classico oggi?). Insomma: mi aspettavo una coetanea di Gianna Nannini e sono finita con la cugina carina di Adriana Lima. Un po’ meno bene, mi sono detta. Anagrafe a parte, io e mamma C. ci siamo trovate. Eccitate, spaventate, e con un pancione ormai agli sgoccioli (“Sono contenta che qualcun altro abbia deciso di fare il corso all’ultimo, come me”, mi ha detto). E, in fondo, chissà se quel bebè sarà il primo “compagno di nido” di mio figlio.
Com’è un corso pre-parto? Beh, non obbligatorio come quello pre-matrimoniale (qualcuno me l’ha chiesto) e non si frequenta solo tra pance coetanee (il calendario personale, insomma, è flessibile). Ma sarà il ciclo di lezioni a cui presterete maggiore attenzione in tutta la vostra vita. Pensate che non prendereste mai appunti in una situazione del genere? Aspettate la slide su “Il momento giusto per recarsi in ospedale”, e poi ditemi se non avete usato la carta d’identità come taccuino momentaneo per annotarvi la frequenza e durata delle contrazioni “da allarme”.
Come mai successo nella mia carriera scolastica, in questa prima lezione ho imparato tutto, ma proprio tutto. L’argomento era semplice (cosa mettere in borsa per l’ospedale e soprattutto quando andare), ma ho incamerato ogni dettaglio d’informazione senza (quasi!) bisogno di appunti. Ora so tutto sulle camicie da notte per allattare, le coppette usa e getta e di cotone, e persino le mutande a rete. Che di sexy non hanno proprio niente, fidatevi.
Non sono mancate le domande, la migliore l’ha fatta mamma C. ma la condivido in pieno. Dopo il racconto di una eroina arrivata in ospedale con una dilatazione di 10 centimetri, che ha partorito la testa del figlio in ascensore (velocemente e senza punti), il nostro unico pallino era: volendo ambire a tanta (e speriamo poco dolorosa) velocità pure noi, cosa dobbiamo fare?