Ma guarda un po’ se proprio in mezzo alle 129 delibere votate dalla Giunta di transizione lombarda lo scorso 25 ottobre ci dovevano infilare anche l’eliminazione dell’esenzione sanitaria per le fasce piu’ deboli, cassintegrati e lavoratori in mobilità.
Sul sito di Terre di mezzo raccontano che dall’assessorato hanno risposto con la solita storia degli abusi: c’erano mogli di imprenditori, a Monza, che si spacciavano per disoccupate. Che altro potevamo fare? E via a toglierlo a tutti.
La questione, però è serissima. La Lombardia un anno fa ha scelto di far pagare un superticket di base uguale per tutte le fasce di reddito. Diversamente accade in Emilia Romagna, dove chi ha un reddito sotto i 36 mila euro non lo paga.
Addirittura in Lombardia ora non si è esenti dal ticket se si ha un reddito familiare complessivo di 20 mila euro. Ventimila! Alla faccia delle politiche familiari. Se hai il nonno malato con la minima che deve fare le analisi ogni due per tre ti arrangi.
Lo stato sociale evidentemente sta sparendo. Le cure universalistiche si stanno sgretolando.
Ma è evidente che non abbiamo ancora capito verso che modello stiamo andando.
O lo sappiamo benissimo, e vogliamo credere che non possa essere vero.
E il dubbio viene: è questo il solo modo che han trovato per recuperare i 113 milioni di buco regionale della sanità annunciato prima dell’estate?
Ma star piu’ attenti dalle parti del San Raffaele e della Maugeri forse non era meglio?